“Resto basito per le parole della ministra Casellati sulle presunte contraddizioni del Pd in materia di riforme istituzionali.
Debbo con molto rispetto invitarla a non mettere in circolazione falsità sugli effetti della sua proposta. Credo che sia una sua precisa responsabilità istituzionale impegnarsi affinché il cammino parlamentare del provvedimento non cominci all’insegna delle bugie.
Stiamo ai fatti.
La realtà è molto semplice.
Come ha già fatto osservare il novanta per cento dei costituzionalisti, la combinazione tra la previsione dell’elezione diretta del premier e il modo in cui viene riscritto l’articolo 94 della Costituzione liquida la forma di governo parlamentare in Italia e sferra un colpo da ko alle prerogative e all’autorevolezza del Capo dello Stato, che perderà la parità di investitura parlamentare con il Presidente del Consiglio tenacemente voluta dai Padri Costituenti per avere un’architettura di equilibrio tra i principali poteri dello Stato. Allo stesso tempo i poteri del Quirinale relativamente allo scioglimento e alla nomina del Presidente del Consiglio subiranno, con il nuovo articolo 94, un ridimensionamento pesantissimo. La verità è che a causa di questo intreccio di disposizioni contenute nel ddl il Capo dello Stato sarà degradato a una funzione solo notarile e decorativa, poiché non potrà più agire come arbitro, garante e motore di riserva nei momenti di crisi del sistema. Il Pd ritiene che la forma di governo parlamentare, che pure deve essere rafforzata e razionalizzata, non debba assolutamente essere superata. Diversamente dallo sgangherato unicum mondiale del presidenzialismo primoministeriale scelto dal governo Meloni, tutti i modelli europei di parlamentarismo razionalizzato, tra i quali quello tedesco è il più noto e consolidato, sono tali proprio perché mantengono tra Governo, Parlamento e Capo dello Stato, conformemente alla volontà di chi scrisse la Costituzione, un equilibrio complessivo legato al fatto che tutti e tre questi organi conservano un ruolo costituzionale sia per quanto riguarda la nomina e l’insediamento del Presidente del Consiglio, sia per quanto riguarda la procedura di eventuale scioglimento. È proprio questo equilibrio complessivo che il ddl Casellati, compiendo un serio errore e una grossa forzatura, rade al suolo”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, vice presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.


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