“Il ministro Ciriani invita l’opposizione al dialogo sulla riforma costituzionale. Ma per avviare un dialogo la condizione minima è che ci sia il rispetto della verità. Se, come fa Ciriani, si dice che questa riforma non colpisce poteri e prerogative del Capo dello Stato e del Parlamento, non si rispetta la verità, perché è chiaro a tutti che questi sono invece due effetti inevitabili dell’elezione diretta del premier. Ancora più gravi, e di ostacolo al dialogo, sono le affermazioni del ministro su una soglia tra il 30 e il 40% per far scattare l’elezione del premier al primo turno, e l’assegnazione, ad essa connessa secondo il testo del ddl governativo, del 55% di deputati e senatori alla lista o alle liste che al premier sono collegate. Quel che Ciriani sta dicendo, in soldoni, è che il candidato premier che prende il 37% risulta eletto a capo del governo e si prende anche in automatico il 55% del Parlamento. Spero che il ministro si renda conto della enormità democratica e costituzionale di questa ipotesi”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.


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