“Dalle elezioni in Romania è venuto ieri un altro esempio da manuale di quanto sia importante, in termini sistemici e non di parte, evitare di portare sotto la maggioranza assoluta la soglia di vittoria al primo turno in elezioni di cariche monocratiche esecutive. Il centrodestra rifletta a fondo anche su questo fatto e fermi il suo forcing per deformare la legge 81 approvata a larga maggioranza dal Parlamento italiano nel 1993 per eleggere direttamente i sindaci nei comuni sopra i 15 mila abitanti”. Lo dichiara il senaotre del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
“Con la regola del 40% voluta da Malan e soci – spiega – George Simion – candidato ultranazionalista, pro-Putin, anti-Ue e soprattutto filofascista – sarebbe diventato Presidente della Romania nel primo turno del 4 maggio col 41% e 3,86 milioni di voti, con un’affluenza complessiva al voto del 53%. Invece, grazie alla regola aurea della soglia al 50%, la Romania ha un Presidente, Nicosur Dan, che non solo è europeista e antisovranista, ma che soprattutto possiede la legittimazione dei 6.17 milioni di voti raccolti ieri in un turno di ballottaggio che – come sempre accade quando i cittadini percepiscono che la posta in gioco è alta e la scelta in ballo è cruciale – ha visto aumentare notevolmente l’affluenza, giunta al 64%, più 11 punti sul primo turno”.
“Insomma – conclude Parrini – col ballottaggio abbiamo avuto più democrazia, cioè più forte legittimazione del vincitore, e più partecipazione. Una nuova clamorosa smentita di tutti i luoghi comuni anti-ballottaggio agitati dal centrodestra”.


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