“Dalla fine dell’ultima guerra ci sono stati in Italia tre presidenti del consiglio ‘tecnici’: Carlo Azeglio Ciampi, Lamberto Dini e Mario Monti (contrariamente a quanto talvolta si sostiene, non rientra in questa categoria Giuseppe Pella, che, quando nel 1953 diventò premier, aveva alle spalle un settennio da parlamentare DC e quattro anni da ministro)”. Lo afferma in una nota il senatore del Pd Dario Parrini che poi continua: “Il professor Giuseppe Conte, il candidato presidente del consiglio su cui, dopo 78 giorni di balletti a tratti indecorosi, è stato raggiunto un accordo tra 5S e Lega, è un ordinario di diritto civile senz’altro autorevole nella sua materia di insegnamento”. “Tuttavia – prosegue – rappresenta non solo un non eletto scelto da partiti che per anni hanno polemizzato insulsamente e demagogicamente contro i governi non eletti, ma anche, per l’assoluta mancanza di esperienza in funzioni pubbliche di vertice, un’anomalia assoluta nella storia repubblicana, e quindi un azzardo a tutti gli effetti. Che sia destinato a svolgere il ruolo di mero esecutore di un programma politico redatto a sua insaputa – conclude Parrini – è un’aggravante, non un’attenuante”.


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