“Siamo in emergenza istituzionale. Con un plateale e inaudito abuso antiparlamentare della decretazione d’urgenza, ieri il Governo Meloni ha nuovamente scippato, scavalcato, esautorato e sfregiato il Parlamento. Lo ha fatto compiendo un atto di prepotenza senza precedenti: il travaso in un decreto legge, provvedimento destinato a entrare in vigore subito dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, di gran parte dei contenuti illiberali e immotivatamente repressivi del disegno di legge 1236 ‘Disposizioni in materia di sicurezza pubblica’ approvato in prima lettura alla Camera il 18 settembre 2024 e pronto per essere trattato dall’aula del Senato dopo che il 26 marzo scorso è terminato il suo esame nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama”. Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali. “Invece di fare le modifiche in Parlamento, seguendo l’iter normale – prosegue Parrini – l’esecutivo di centrodestra ha imboccato una scorciatoia di grande arroganza e di dubbia costituzionalità. Il decreto legge in questione è infatti chiaramente privo di presupposti, non ravvisandosi in alcun modo la straordinaria necessità e urgenza richiamata dall’articolo 77 della Costituzione. O meglio, un’urgenza c’era. Ma era un’urgenza meschina: dare alla Lega, prima dell’inizio del suo congresso, una bandierina propagandistica da agitare”.
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