“L’idea di legare l’elezione diretta del
premier a una soglia del 40%, o persino più bassa, evidenzia la
volontà della destra di piegare arbitrariamente le regole democratiche
a basse esigenze di parte: sarebbe infatti una forzatura senza
precedenti un sistema in base al quale tramite una sola votazione si
consegnano Palazzo Chigi, il 55% del Parlamento, la scelta del
Presidente della Repubblica e la quota di elezione parlamentare degli
organi di garanzia (Corte Costituzionale, Csm) a una persona priva del
consenso della maggioranza degli italiani”. Lo dice il senatore del Pd
Dario Parrini, vice presidente della commissione Affari costituzionali
di palazzo Madama.
“È persino superfluo rammentare che abusi di queste proporzioni non
sono consentiti in nessun Paese democratico. L’intento del governo è
chiaro: regalare al vincitore della corsa a presidente del consiglio
non un premio di maggioranza ma un megapremio di minoranza,
concentrando nelle sue mani un potere eccessivo e ridimensionando
pesantemente ogni serio contrappeso istituzionale nonché le
prerogative basilari del Capo dello Stato e delle due Camere”,
aggiunge Parrini.