“Il Dl Elezioni si sta trasformando in un colpo di mano antidemocratico. Qualsiasi possibile aspetto positivo viene cancellato da elementi gravi ed inaccettabili. In primis il carattere eterogeno del Dl rende opaco il processo legislativo e meno trasparente la nostra azione nelle istituzioni. In secondo luogo a tre mesi dalle elezioni si decide unilateralmente e senza il necessario confronto parlamentare di stravolgere le regole esistenti, quelle sull’eleggibilità in particolare. Si tratta di una evidente forzatura alle prerogative del Parlamento su una materia che avrebbe peraltro richiesto un intervento organico. Per quanto poi riguarda il voto dei fuori sede si agisce in maniera asfittica e incomprensibile. Perché la norma deve valere solo per gli studenti fuori sede e solo per le elezioni per il Parlamento europeo? Altro punto non solo controverso ma con margini di incostituzionalità e pericoloso è l’intervento sui limiti di mandato per i sindaci per i comuni con meno 5000 abitanti. Luoghi dove i rapporti possono essere talmente forti in virtù dei numeri ridotti di abitanti da avere un sindaco rieletto per un numero imprecisato di mandati. Ma soprattutto la norma, per come è concepita, entra in aperto contrasto con la sentenza nr. 60 del luglio 2023 della Corte costituzionale, condannandola ad essere incostituzionale fin dalla sua nascita”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente Commissione Affari Costituzionali, intervenendo nella aula di Palazzo Madama in sede di discussione generale sul Dl Elezioni.


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