Senatore Luigi Zanda, lei per primo nel Pd aveva previsto che si potesse arrivare a una soluzione come quella Draghi…

«Sono convinto che la politica sia una scienza esatta e quindi quando ho visto che Renzi aveva staccato la spina, che i responsabili non si trovavano, ho capito che nonostante tutto l`impegno del Pd, sarebbe stato necessario trovare un`altra strada. L`alternativa erano le elezioni, ma Sergio Mattarella ha spiegato bene perché non si possono fare».

Goffredo Bettini non le esclude…

«La linea del partito la dà il segretario».

Ma il governo Draghi potrebbe mettere a repentaglio la vostra alleanza con i 5
Stelle?

«Io penso che dobbiamo partire dal rapporto tra Pd, 5 Stelle e Leu, perché è un rap: porto politico importante. E stato importante per il governo Conte, lo sarà per il governo Draghi. Non solo, sarà importante per le prossime elezioni amministrative e per le future elezioni politiche. Infatti mi aspetto una saggia conversione dei Cinque Stelle a favore di Draghi».

Conte dovrebbe essere il promotore di questa riconversione?

«Conte insieme agli altri dirigenti dei 5 Stelle. Infatti questo ultimo anno il gruppo dirigente grillino è maturato e sa che non si può andare alle elezioni anticipate».

Ma se i grillini dicessero no?

«Bisogna aspettare per capire bene il posizionamento di ogni partito, aspettiamo le consultazioni di Draghi. Io penso che il governo nascerà con una maggioranza consistente».

II Pd non ha niente da rimproverarsi.

«Capisco che il Pd possa non piacere perchè non cerca di imporre mai i suoi interessi con clamore, non pratica la violenza politica. Ma nei governi di coalizione la troppa disinvoltura fa vincere le battaglie e fa perdere le guerre. Vuole un esempio?  Il Pd non avrebbe mai usato i suoi senatori per imporre una sciagurata crisi come ha fatto Renzi. Io penso che il nostro partito vada rispettato perché sono anni che sta svolgendo un ruolo di equilibratore del sistema politico italiano, un ruolo che solo il Pd è in grado di svolgere».

Si ma arroccarsi su Conte è stata una scelta saggia?

«Noi abbiamo sostenuto la necessità di fare un governo Conte fino al momento in cui il presidente della Repubblica e quello della Camera hanno constatato che quella linea non aveva una maggioranza possibile in Parlamento».

Allora perché non chiedere elezioni?

«Mattarella ha trovato una soluzione. Le elezioni peraltro non le determina il Pd, ma il capo dello Stato, che ha trovato una soluzione importante individuando una personalità di profilo altissimo che io fatico anche a definire un tecnico, perché ha avuto responsabilità di qualità politica maggiori di quelle di tantissimi capi di Stato».

Che pensa di Draghi?

«Draghi, lo si è già visto dalle sue dichiarazioni al Quirinale, cambierà il linguaggio della politica. Noi dovremo adeguarci alla sua chiarezza e alla sua precisione. Ha un modo di esporre che è molto lontano dai nostri discorsi spesso molto bizantini».

Lo accusano di voler commissariare la politica…

«Ma no, non è un parlamentare però ha una capacità di lettura politica della realtà. Del resto da anni la politica ha fatto errori anche gravi, come quello di non affrontare subito alcuni problemi. E stata una delle cause della crisi. Io per esempio sono tormentato dal fatto di non aver evidenziato con più forza i rischi che stiamo facendo correre alla democrazia italiana. Mi riferisco al declino del Parlamento e all`invasione del governo nel potere legislativo. Sono anni che questo accade».


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