«Sono sconfortata. Era irragionevole pensare che si potesse bruciare una personalità come Draghi in un momento così complesso». È il giudizio a caldo di Roberta Pinotti, senatrice del Pd.
E’ lo sconforto il sentimento che assale dopo la giornata di ieri Roberta Pinotti, parlamentare Pd, ex ministro della Difesa e attualmente presidente della Commissione Difesa del Senato. Che punta il dito anche sulle responsabilità del centrodestra per la caduta di Draghi.

«Sì, sono sconfortata. Sconfortata perché alla vigilia si avvertiva un certo ottimismo. Era talmente irragionevole pensare che si potesse arrivare a questo, che si potesse bruciare una personalità come Draghi. In un momento così complesso».

Uno scenario davvero articolato e complicato…

«C`è una guerra nel cuore dell`Europa. Ci sono in ballo tutti i finanziamenti del Pnrr . Ma non solo: era arrivata per l`esecutivo anche l`apertura di una fase più sociale, col dialogo con i sindacati, la discussione sul salario minimo, gli interventi per venire incontro alle richieste del mondo del lavoro. C`erano tutte le esigenze convergenti che dicevano di andare avanti. A elezioni saremmo andati comunque, giustamente, a primavera».

Era davvero inimmaginabile uno sviluppo di questo tipo?

«Dico la verità: ieri (martedì, ndr) di fronte a quell`ottimismo di cui parlavo prima e che pervadeva i commentatori e anche molti esponenti politici avevo qualche preoccupazione. Leggevo le dichiarazioni del centrodestra che dicevano “no ai 5 stelle”, ma “no” anche a Lamorgese e Speranza. Cominciava a manifestarsi l`evidenza che si volesse trovare un appiglio per non andare avanti. Poi è arrivata anche la polemica pretestuosa intorno all`incontro tra Draghi e il segretario Letta».

Critiche dai toni aspri.

«Mi pare normale che un partito chieda di parlare con il premier in un momento così complesso e infatti il centrodestra, quando lo ha chiesto, lo
ha ottenuto a sua volta. Ma c`erano segnali che mi facevano temere un esito diverso da quello che io, e la maggioranza degli italiani, auspicavamo».

Ora diventa complicata qualsiasi ipotesi di campo largo in vista di prossime elezioni…

«Una cosa sul mio partito: vado orgogliosa che il Pd abbia tenuto in maniera unitaria la barra dritta sugli interessi del Paese. Non c`è stata una sola voce stonata».

Se si va a votare con questo sistema, il dilemma delle alleanze è però ineludibile.

«Ma anche prima di questo disastro avevamo ammonito, come Pd, quali sarebbero state le possibili conseguenze per le alleanze, nel caso ci fossero state scelte altrui dissonanti e dannose per il Paese. Certo, il confronto con i 5 Stelle diventa complicato, anche se non dobbiamo sottovalutare il ruolo svolto in questa fase dalla Lega e da Forza Italia. Non era vero che avrebbero appoggiato
questo governo se ne tossero usciti i 5S, perché questa situazione si è verificata, ma loro hanno egualmente detto no. Ora naturalmente è l`ora delle riflessioni, ma con una grande consapevolezza».

Quale?

«Il Pd si è manifestato come il partito della responsabilità verso il Paese e questo è un dato molto importante. Com`è importante per noi l`agenda sociale: gli stipendi bassi, la precarietà, la povertà che cresce. Quel che è accaduto allontana la soluzione dei problemi, non la avvicina».

Se elezioni saranno...

«Ci presenteremo a testa alta e stiamo già da ora preparando la campagna elettorale. Sono convinta: il Paese capirà. Vedrà chi lo avrà costretto a pagare un prezzo molto alto, dopo aver buttato al macero quanto di buono fatto dal governo Draghi. E vedrà anche chi lo ha sempre sostenuto fino in fondo con lealtà. Sì, gli italiani lo sapranno vedere».


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