Senatore Pittella, il progetto responsabili stenta a decollare, vero?

«Il senso di responsabilità deve animare l`istituzione parlamentare nel suo complesso, non è patrimonio di singoli deputati o senatori. Per questo credo che la crisi aperta da Italia Viva, assai intempestiva e sbagliata, non sia risolvibile per giustapposizione di singoli parlamentari. Governare il Paese in un momento drammatico della sua storia richiede uno sforzo largo e una prospettiva solida. Ed è questo sforzo che bisogna fare, senza riposo, senza tregua, sapendo che l`Italia e l`Europa ci guardano».

Con il voto contrario di Italia Viva alla relazione di Bonafede il governo andrebbe sotto.

«Una discussione sui temi della giustizia sarebbe stata delicata persino se non fosse caduta nel mezzo di una crisi politica. A maggior ragione lo è oggi. Bisogna spendere ogni istante utile fino a mercoledì o a giovedì per trovare una risposta alta alla crisi politica e definire un orizzonte condiviso tra le forze che hanno a cuore la ricostruzione del Paese e la sua collocazione europea ed atlantica».

Ricucire lo strappo nella maggioranza è possibile?

«E nostro dovere farlo e riuscirci! Guardi, le elezioni anticipate sarebbero una iattura, un dramma. Sarebbe in prospettiva un`avventura politica ad occhi bendati e comporterebbe nell`immediato tre danni giganteschi: il ritardo di almeno sei mesi del varo del Recovery Plan, una incertezza radicale sullo svolgimento del grande piano vaccinale che coinvolgerà nei prossimi mesi l`intero Paese, la rimessa in discussione della grande svolta europeista operata dal governo Conte bis. Io penso che c`è una strada maestra da percorrere, ed è quella di ricucire anche in Italia lo schieramento che governa l`Europa. Se con un po` di pazienza si mettono da parte le disfide e le rivalse e si ridà spazio alle opzioni strategiche della politica continentale v`è in Parlamento un ampio schieramento europeista dal quale non può essere esclusa né chiamarsi fuori nessuna delle forze facenti capo al Ppe, al Pse, ai liberaldemocratici. E penso che pure un leader politico moderato come Berlusconi che si è speso molto per rafforzare la integrazione europea ed ha un peso notevole nel partito popolare europeo difficilmente possa chiamarsi fuori da un appello cui la difficile contingenza della storia ci chiama». Sembra che Conte non intenda più dialogare con Iv. É un errore? «Diceva il grande leader lucano Emilio Colombo “mai dire mai”.  E il padre del socialismo italiano Pietro Nenni “la politica si fa con i sentimenti non con i risentimenti”. Questo vale per tutti, a cominciare da Renzi».

Italia Viva sarebbe ancora un interlocutore affidabile?

«La decisione di ritirare la delegazione dal governo, dopo aver favorito significativi avanzamenti dell`intesa programmatica nella maggioranza, resta un errore grave, per certi aspetti incomprensibile, di Italia Viva. E tuttavia la gravità del momento impone di continuare a ricercare e semmai di allargare la base di convergenza per un`azione di governo all`altezza delle sfide di fine legislatura».

Anche  i 5 Stelle sembrano irremovibili contrari Renzi.

«Le rigidità di questo momento sono comprensibili, ma tutti sanno che per governare occorre lucidità e flessibilità. Lo hanno imparato anche gli m5s nell`intenso tirocinio di governo in questi ultimi anni».

Nel Pd c`è chi inizia a parlare di elezioni. E uno scenario verosimile?

«Bisogna riconoscere che sino ad oggi è stato il Pd il principale fattore di equilibrio e di stabilità dell`alleanza di governo. Sono certo che il Pd cercherà sino all`ultimo di scongiurare un esito disastroso della legislatura».

La pandemia non allenta la presa, la crisi economica strozza il paese. E ci sono i fondi europei da spendere cum grano salis. Quali sono i doveri dei leader in questo momento?

«Migliorare il piano di ricostruzione della Italia su alcuni punti: una governane adeguata, avviare le grandi riforme di fisco, pensioni, ammortizzatori sociali, pubblica amministrazione e giustizia, garantire il giusto peso agli investimenti infrastrutturali nel Mezzogiorno, lanciare un piano di formazione su digitale e economia green altrimenti non avremo i profili professionali spendibili in questi settori, cambiare le procedure di spesa che sono farraginose e lentissime. E tenere gli occhi aperti contro la grande criminalità che cercherà di mettere le mani su queste risorse».


Ne Parlano