Colpisce la palese strumentalità delle dichiarazioni di alcuni colleghi e colleghe in ordine ai lavori della I Commisione sulla legge elettorale.  Nell’istituire un comitato ristretto, che ha il compito di consegnare il testo della nuova legge elettorale entro il 31 gennaio prossimo, c’è la  volontà di accelerare, non certo di rallentare. Una scelta opportuna, tanto più  alla luce della decisione della Consulta.
 Il nostro partito, a nessun livello, ha deciso che il Senato non debba portare a compimento il lavoro intrapreso. A nessun livello ha deciso che debba essere la Camera ad occuparsi della legge elettorale. Quando questo sarà si procederà tenendo conto del parere di tutti e senza ordini di servizio. Peraltro la  decisione della Corte aiuta molto ad indirizzarci verso una legge  maggioritaria a doppio turno che il PD auspica da sempre in solitudine.
 Ora le condizioni cambiano favorevolmente e sarebbe utile che lavorassimo tutti  in tale direzione senza inutili e fuorvianti polemiche. Se qualcuno pensa  che una legge votata alla Camera dal solo PD più qualche altro, possa  essere recepita tal quale al Senato dove ben diversi sono i rapporti di  forza, fa considerazioni distanti dal reale e condanna gli italiani a  votare con una legge puramente proporzionale con preferenza come si usava nella prima Repubblica, al posto dell’odiato porcellum. Dalla padella alla brace. L’impasse non è del Senato ma della forze politiche. Ora si sono  determinate le condizioni affinché venga finalmente superata.

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