Lettera del presidente della commissione Politiche europee alla Presidente del Senato

“In riferimento alla riduzione del numero dei parlamentari, stabilita con la legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1, da applicarsi a partire dalla prossima Legislatura, e in considerazione delle proposte di modifica del Regolamento in discussione presso la Giunta del Regolamento del Senato, apprendo che si potrebbe profilare una ipotesi di accorpamento della Commissione Politiche dell’Unione europea con la Commissione affari esteri e con la Commissione difesa.
Si tratterebbe di una soluzione che non convince non solo per le prevedibili difficoltà organizzative nel fondere attività così diverse sul piano contenutistico e delle prassi parlamentari, quali quelle inerenti alle questioni degli esteri e difesa, da un lato, e quelle inerenti alle questioni europee, dall’altro, ma per le ben più assorbenti ragioni di carattere sostanziale che le espongo succintamente di seguito:
a) soltanto una Commissione specializzata, con adeguate competenze, può consentire al Senato di intervenire tempestivamente e sistematicamente nella fase di formazione degli atti normativi europei, che incidono profondamente ed in misura crescente su gran parte delle scelte politiche e legislative nazionali;
b) 24 dei 27 parlamenti nazionali dell’Unione europea – tra cui quelli di tutti i Paesi maggiori e medi – dispongono (in almeno una Camera) di Commissioni specializzate esclusivamente negli affari europei, dotate di rilevanti competenze nella fase di formazione della normativa europea e in costante dialogo tra loro in seno alla Conferenza degli organi parlamentari specializzati per gli affari dell’UE, prevista dal Protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali (COSAC);
c) l’articolo 10 del Protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali istituisce appunto la COSAC, e quindi “costituzionalizza” la rete europea delle Commissioni affari europei dei parlamenti nazionali;
d) soltanto una Commissione specializzata è in grado di interagire – con visione di insieme – nei processi politici ed istituzionali dell’Unione, che hanno carattere del tutto autonomo e peculiare rispetto agli affari esteri e di difesa, nonché alle singole politiche di settore;
e) soltanto una Commissione specializzata può raccordarsi in modo sistematico con il Ministro per gli affari europei e con il Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), istituito dall’articolo 2 della legge n. 234 del 2012;
f) soltanto una Commissione specializzata può avvalersi effettivamente dei complessi flussi di documenti e informazioni trasmessi al Senato dalle Istituzioni dell’Unione europea e dal Governo;
g) occorre una Commissione in grado di monitorare sistematicamente la programmazione e la gestione dei fondi stanziati dall’Unione europea, nonché la corretta attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Piano europeo per la ripresa e la resilienza;
h) la disciplina regolamentare vigente – che attribuisce alle commissioni di settore la competenza primaria a stabilire indirizzi sui progetti di atti dell’Unione – non si è dimostrata in grado di assicurare un intervento sistematico ed effettivo del Senato nella formazione delle decisioni europee;
i) soltanto una Commissione specializzata può assicurare la tempestiva e puntuale attuazione dei sempre più stringenti obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea;
j) soltanto una Commissione specializzata è in grado di dialogare in modo costante ed effettivo con le istituzioni dell’Unione, con gli altri parlamenti nazionali e con gli europarlamentari italiani;
k) nessuna delle opzioni perseguibili in caso di soppressione della Commissione Politiche dell’Unione europea consentirebbe al Senato di intervenire adeguatamente nella formazione e nella attuazione della normativa europea.
Da ultimo, mi preme rappresentarle che le ipotesi di accorpamento previste dalle modifiche regolamentari in discussione presso l’altro ramo del Parlamento mantengono l’autonomia della Commissione Politiche dell’Unione europea.
Per tutto quanto sopra esposto, sono più che certo della Sua sensibilità e attenzione su questa ipotesi di ridisegno che accorpa la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, le cui competenze non sono armonizzabili con le competenze di singole Commissioni di settore.
A tal riguardo auspico pertanto che tali valutazioni possano essere anche da Lei condivise in ragione della Sua Alta carica”.

Questo il testo della lettera che Dario Stefàno, senatore del Pd e presidente della commissione Politiche europee, ha scritto alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in merito all’ipotesi di accorpamento della commissione da lui presieduta con la commissione Esteri.


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