“Lo sviluppo del Mezzogiorno ed il recupero dei gap territoriali che dividono il Paese a metà devono essere al centro della strategia di spesa delle risorse del Recovery Fund, e non solo per interesse del Sud ma per il rilancio dell’Italia. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza serve una riflessione più approfondita e pubblica, serve un coinvolgimento parlamentare pieno e molto più forte, ma anche dei territori. Per questo mi sono opposto all’idea che le linee guide fossero un allegato alla Nadef o che il Pnnr fosse un ‘semplice’ allegato alla legge di bilancio”. Lo ha detto il senatore del Pd Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche Ue, concludendo il convegno che ha promosso in Senato dal titolo “Next Generation Ue e Mezzogiorno”, al quale hanno partecipato Peppe Provenzano, ministro per il Sud, Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente ANCI, Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia, Gianna Fracassi, vicesegretario nazionale della CGIL, Marco Esposito, autore di “Fake Sud”.

“Bisogna riconoscere che ‘principio e fine’ del Next Generation Ue per l’Italia è il Mezzogiorno – ha proseguito Stefàno – senza commettere l’errore di considerare il Sud solo una ‘specifica missione’ o di lavorare su stessi temi accavallando fonti finanziarie diverse. Dal 2021 al 2027 tra Recovery, fondi strutturali e di coesione avremo a disposizione per il Mezzogiorno 134 miliardi, che potrebbero diventare 156 se si utilizzassero gli stessi criteri che l’UE ha individuato per destinarci più risorse rispetto ad altri Paesi con il Next Generation Eu. E’ evidente che per investire una mole così grande di risorse in un arco temporale breve servono pochi progetti strategici. Serve un investimento che ci faccia fare un salto di qualità, a partire da infrastrutture, materiali e immateriali, digitalizzazione e PA. E’ impensabile che Napoli e Bari non siano collegate dall’Alta velocità e che il 25% della popolazione del Sud non abbia Internet. C’e di più: tutti gli studi dimostrano che investimento massiccio sul Sud servirebbe anche al Nord per crescere meglio”.


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