“Impegno la mia persona, ma credo di impegnare il Pd di oggi e quello di domani: questa legge è un traguardo fermo, un paletto fisso, un punto di arrivo che durerà 30 anni. I contenuti del ddl, oggi così aspramente discussi in Aula e nel Paese, domani saranno un punto di unità trasversale che impedirà fughe in avanti di lobby, di frange politiche o di singole sentenze della giustizia ordinaria. È una mia convinzione culturale e politica: gli argini non si costruiscono non legiferando, ma con leggi equilibrate». Così il presidente dei senatori del Pd in un’intervista rilasciata a l’Avvenire. Zanda ricorda che il “Ddl Cirinnà non prevede l’adozione per le coppie gay, le esclude. Prevede solo la stepchild, un istituto che interviene per dare continuità affettiva al figlio naturale del partner se l’altro genitore non c’è più. Diversi parlamentari la ritengono addirittura una specificazione superflua, perché molte sentenze hanno già concesso l’adozione in casi analoghi a quelli che ora vorremmo regolare con legge. La casistica è ridotta ma fa giurisprudenza. Ricordo inoltre che dal 1983 l “adozione speciale” non esclude l’adozione anche da parte di un single, etero o omosessuale”. Il capogruppo dem si dice quindi “fermamente contrario” alla pratica dell’utero in affitto. E aggiunge: “La disapprovo. E sono orgoglioso che l’Italia, con la legge 40, l’abbia considerata un reato. Cosa che non hanno fatto diversi Paesi dell’Occidente democratico, a mio avviso sbagliando. Quanto annunciato dalla senatrice Anna Finocchiaro in Aula può essere una pista di lavoro” Zanda ribadisce quindi la sua “convinzione politica e culturale: non avere una legge che fissa dei paletti chiari rischia di rendere ancora più irrefrenabili scelte e costumi individuali, ci espone ancora di più al rischio che la vita possa essere comprata e venduta”. Su quel che accadrà in Senato il presidente del Pd a Palazzo Madama lancia un appello “alla lealtà e alla trasparenza. È un tema, una discussione, una legge troppo importante perché, nel voto segreto, si riversino non valutazioni di merito ma manovre politiche che mettono nel mirino la maggioranza o il governo. Chiedo di ridurre al minimo necessario i voti segreti, e riterrei grave se il voto finale del testo avvenisse a scrutinio non palese. Cerchiamo di essere trasparenti. Io conosco la posizione di ogni singolo senatore pd, so a cosa diranno «sì» e a cosa diranno «no». So già chi non approverà l’articolo 5 o parti dell’articolo 5. Non abbiamo bisogno di sotterfugi, chiedo agli altri di fare altrettanto”.


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