‘Una premessa: io sono molto amico di Ignazio Marino, l’ho sostenuto e lo sostengo, siamo stati insieme al Senato per tanti anni, è una persona per bene’. Così Luigi Zanda, capogruppo del Pd a Palazzo Madama, in un’intervista rilasciata a la Repubblica. ‘Fare il sindaco di Roma – afferma – è un mestiere difficile, reso ancora più complicato dall’eredità pesantissima di Alemanno’. Sul rapporto tra il sindaco e il Pd, il presidente del Pd al Senato sottolinea: ‘Marino non deve pensare che le indicazioni del Pd siano date per motivi diversi da quello di volerlo rafforzare. Ci mancherebbe altro che lui non si fidasse del suo partito. Non solo lui è del Pd, ma perché pure i consiglieri democratici sono stati eletti come lui dai cittadini e devono poter fare pesare la loro opinione nell’amministrazione’. Zanda si dice poi ‘contrario’ alle elezioni anticipate ‘Ma – aggiunge – considero egualmente pericolosa la palude politica: il fatto che il sindaco e la sua maggioranza non vadano d’accordo è contro natura, un assurdo, ancora più rischioso del voto anticipato’. Il crollo di fiducia nei confronti di Marino registrato dall’Swg è dovuto, per Zanda, a diversi fattori: ‘in primis, il forte debito ereditato e i gravi ritardi dell’amministrazione precedente, che ha fatto incancrenire i problemi. ‘Detto questo, io non giudico le scelte iniziali di Marino, ma forse sarebbe stato meglio partire con iniziative forti, molto visibili ed efficaci sulle periferie, piuttosto che puntare sulla pedonalizzazione – pur importantissima – di via dei Fori Imperiali. Le periferie romane hanno bisogno di interventi anche elementari sull’illuminazione, le buche, le biblioteche comunali, la manutenzione. Può sembrare strano ma io penso che questi interventi siano fondamentali anche ai fini dell’accoglienza e della solidarietà’.

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