‘Ma quale Iva, ma quale statista. Il messaggio di Berlusconi è: muoia Sansone con tutti i filistei. Ma anche una larga parte del suo partito è stufa’
«La giunta andrà avanti con il suo lavoro, la procedura della decadenza è totalmente slegata dalla sorte del governo e proseguirà il suo corso come previsto dai regolamenti del Senato». Luigi Zanda, capogruppo Pd a Palazzo Madama, sgombra il campo dai dubbi. Se il tentativo di Silvio Berlusconi è quello di evitare il voto dovrà rassegnarsi: non accadrà, dice il senatore dem. La linea del Pd è la stessa di ieri: non si tratta sulla decadenza, sulla legalità. E bene ha fatto Enrico Letta a chiedere chiarezza. Ma adesso la responsabilità di una crisi, dice Zanda, è tutta sulle spalle del Pdl. Sarà il Pdl a dover votare quel si o quel no alla fiducia alla luce del sole e davanti agli italiani. Anche perché, torna a ribadire nel pomeriggio quanto già affermato qualche ora prima, «la decisione delle dimissioni di massa da parte del Pdl non ha precedenti in nessuna democrazia occidentale. In Italia non è mai accaduto neanche nelle fasi nelle quali lo scontro politico è stato più duro, e ne abbiamo avuti diversi nella prima Repubblica», afferma il senatore.
Zanda, ma davvero tutto crolla per colpa dell`aumento dell`Iva che non è stato bloccato, come dice Berlusconi?
«Assolutamente no. Tutto accade perché sta finendo il ventennio berlusconiano e Berlusconi sta uscendo di scena. Evidentemente non è in grado di farlo con lo stile di uno statista perché non è un uomo di Stato e quindi applica la regola del ‘muoia Sansone con tutti i filistei’».
Il vero nodo resta la decadenza da senatore. Berlusconi sta cercando di evitare il voto?
 «È naturale che la discussione della giunta, l`accavallarsi di numerosi processi e le difficoltà aziendali, sono elementi che contribuiscono a creare un cortocircuito. Ma il dato di fondo è che c`è una incapacità di Berlusconi di separare le sue fortune dalle vicende del Paese. Così è stato per 20 anni, così, e al massimo grado, è in questa fase finale».
Sembra che la decisione di Berlusconi abbia colto di sorpresa i ministri. Nessuno sapeva, a parte Verdini e Santanché. Le sembra verosimile?
«Quello che trovo singolare è che il Pdl sembra non essere in grado di distinguere tra il destino del centrodestra italiano e la sorte di Berlusconi. Mi sarei aspettato da parte di numerosi deputati, senatori e dagli stessi ministri, una capacità di mettere nella graduatoria delle priorità prima la Costituzione, i milioni di disoccupati, i giovani senza avvenire, le imprese e le famiglie, poi il loro leader. Naturalmente c`è ancora il tempo di farlo e mi auguro che i migliori di loro lo facciano».
Ci sarà una maggioranza alla prova della verifica parlamentare?
«Penso che, anche se non dovesse emergere una maggioranza per la paura e la soggezione nei confronti di Berlusconi, c`è una larga parte del Pdl che è stanca di una vita politica fatta di obbedienza, di calcoli personali, tutta centrata sugli interessi del capo».
Il Movimento 5 stelle chiede di andare al voto. Vendola auspica una nuova maggioranza per riformare almeno il Porcellum, Berlusconi punta alle urne il 24 novembre. Come andrà a finire?
«Sarà il Parlamento il luogo in cui si dovrà aprire la discussione, noi del Partito democratico lo pretendiamo. Le dimissioni dei ministri hanno tutta l`aria di essere un escamotage per impedire il dibattito parlamentare. Devono avere il coraggio di bocciare questo governo in Parlamento e spiegarne i motivi davanti agli italiani. A quel punto la parola passa al Capo dello Stato».
Guglielmo Epifani ha invitato Letta a dire in Parlamento cosa ha fatto al governo. Oggi Franceschini ha rivendicato con orgoglio le misure adottate in questi cinque mesi. È stata più subita o guidata l`azione dell`esecutivo? Al primo ultimatum posto da voi è saltato il tavolo…
«Letta ha salvato l`Italia da una procedura d`infrazione che in Europa era già andata avanti e che ci sarebbe costata molti miliardi di euro. Ha avviato le riforme istituzionali, restituito alle imprese creditrici gran parte del debito che lo Stato ha nei loro confronti; ha iniziato a finanziare cultura e scuola dopo anni di tagli. Insomma, pur se sostenuto anche dal Pdl, ha varato molte misure che possiamo definire senza esitazione di sinistra. I mercati finanziari, la Confindustria, i cittadini e i vescovi, non vogliono la crisi di governo. La decisione di Berlusconi è contro la volontà del Paese».
Cosa succederà adesso con il congresso del Pd?
 «Il congresso del Partito democratico è ben avviato. Ieri la direzione ha approvato il regolamento. Sarà un grande congresso democratico, partirà dai circoli, dalle regioni per terminare con l`elezione del nuovo segretario che sarà un segretario sulle cui spalle cadrà la responsabilità di rappresentare una grandissima forza politica nella fase più difficile attraversata dall`Italia dalla fine della Seconda guerra mondiale. Sarà il segretario del Pd, ma il suo lavoro riguarderà il partito e il Paese».

Ne Parlano