Il Pd ne ha scelte cinque come capolista alle europee e chi conta di più nell’Ue è la Mekel, mentre la Clinton aspira alla presidenza Usa
La settimana scorsa Lilli Gruber, nel suo Otto e mezzo, aveva ospitato, insieme con il filosofo Massimo Cacciari, Sabina Guzzanti. Nel corso del programma la brava e notissima figlia d`arte se l`era presa con quella politica che, a suo dire, aprirebbe alle donne porte prestigiose per motivi meramente strumentali, sostenendo che l`improvvisa rappresentatività femminile, allestita in vista delle elezioni europee – esposta anche dall`anagrafe a qualche sospetto di inesperienza – non giovi all`importanza che s`intendeva conferire al problema delle ‘pari opportunità’; e a sinistra lo si sarebbe tratto da decenni di declamatorie e inconcludenti promesse inaugurando, demagogicamente, l`applicazione di una norma civile; sarebbe dunque più rassicurante, a giudizio della Guzzanti, affidare incarichi di notevole complessità e delicatezza a persone tecnicamente sperimentate; quindi, per non mortificare la tradizione, ai maschi. Cacciari, che aveva opposto a questa tesi un radicale rifiuto, ha trovato l`indomani nella seguitissima nota di Massimo Gramellini su La Stampa, un consenso espresso con l`inconfondibile scrittura del giornalista, che introduceva nella querelle una venatura suggestiva ricordando alcuni grandi esempi della versatilità e dell`autorevolezza testimoniate anche in politica dalle donne; col proposito, per rinfrescare l`argomento, di dire la sua su questa Italia frastornata e dolente in cui le donne «prendono la vita con serietà, senza mai perdere la leggerezza», credendo ancora nel loro futuro, cioè continuando a difendere la famiglia dalla crisi, non di rado laureandosi prima e meglio dei maschi, esercitando ovunque la dedizione, l`impegno e la costanza, persuase di dover fare, e spesso sapendolo fare fino all`eccellenza, anche ciò che da sempre era toccato solo agli uomini; e qui lo scrittoregiornalista si concede un garbato finale includendo nel suo elogio del femminismo, simbolicamente, la star del nostro rock più moderno: una suora. Dalle ‘pari opportunità’ alle ‘quote’ e alla ‘parità di genere’, con le tante prove già fornite nei mille scenari della responsabilità pubblica, dopo la caduta di gran parte dei pregiudizi l`incremento del ruolo femminile va sostenuto liberandolo dalle divise color rosa e vedendolo ovunque riconosciuto nella civile conquista a lungo elusa e delusa di abiti, vale a dire di diritti, finalmente comuni.

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