Quali sono gli strumenti e i dati in possesso della Commissione Grandi Rischi e dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia per avere un modello in grado di prevedere gli eventi sismici in Italia? Il terremoto di Amatrice si poteva prevedere? Non sarebbe meglio limitare le concessioni estrattive per contenere il rischio sismico nel Paese? Sono alcune delle domande che la senatrice Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie e componente della Commissione Ambiente, ha rivolto al ministro dell’Ambiente Galletti, con un’interrogazione sottoscritta anche dai senatori dem Mario Morgoni e Josefa Idem e dai senatori Aldo Di Biagio e Ulisse Di Giacomo (Ap), Adele Gambaro (Ala), Marino Germano Mastrangeli e Laura Bignami (Misto).
“Il professor Enzo Boschi, geofisico e già Presidente dell’INGV fino al 2011 – spiega Puppato nell’interrogazione – ha scritto sul periodico online ‘Il Foglietto della Ricerca’ che nel 2012 è stato pubblicato uno studio, a cura di studiosi dell’INGV, ‘A ten-year earthquake occurence model for Italy’ nel volume 102 del Bullettin of the Seismological Society of America (BSSA), in cui si prevedeva la possibilità di un terremoto fino a 7.0 punti della Scala Richter nel segmento di Amatrice, facendo parte della sequenza sismica in atto da 50 anni nella zona appenninica. Altri sismologi, come Emanuele Tondi dell’Università di Camerino, avevano indicato come sicuro un evento sismico nella zona colpita, entro 10 anni da quello dell’Aquila. La moderna sismologia, pur non potendo prevedere in maniera precisa gli eventi sismici, è in grado di osservare variabili che indichino la probabilità di un fenomeno in un certo lasso di tempo. Mentre, in seguito al terremoto del 24 agosto scorso la Commissione Grandi Rischi ha dichiarato che ‘I dati disponibili non evidenziano anomalie nella sismicità nelle settimane precedenti, che possano essere collegate all’evento principale’. In un rapporto del 2012, commissionato dalla Regione Emilia Romagna,la Commissione ICHESE (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) ha escluso una correlazione tra l’attività estrattiva nella regione e gli eventi sismici, ma non ha escluso la possibile sussistenza di una correlazione tra l’attività umana ed eventi sismici indotti o innescati, raccomandando studi specifici in caso di installazione di impianti estrattivi. Per questo chiediamo al ministro se sia a conoscenza degli studi menzionati, in base a quali dati la Commissione Grandi Rischi ritenga non vi fossero avvisaglie dell’evento sismico del 24 agosto e se, in virtù del Report ICHESE e dell’alta sismicità media del territorio italiano e in una logica di valutazione di costi e benefici, non sia necessario riconsiderare la possibilità di concessione di coltivazione a fini estrattivi per limitare il rischio sismico nel nostro Paese”.


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