‘Sto seguendo con la morte nel cuore ciò che sta accadendo sulla striscia di Gaza e in Cisgiordania, ma in generale in ciò che resta della Palestina, territorio che si è ridotto al 12% rispetto a quello che era nel 1947 dopo il piano di ripartizione delle Nazioni unite, ma soprattutto a seguito dell’occupazione del 1967 e dell’occupazione, della colonizzazione e del muro promossi da quella data al 2013 compreso.
Le continue uccisioni, i bombardamenti che dicono di colpire obiettivi sensibili ma in realtà demoliscono case civili e quel po’ di commercio che esiste, in questi giorni stanno facendo pensare ad una ‘soluzione finale’ che poco ha a che fare – per proporzioni – anche con le vendette per la morte dei 3 ragazzi israeliani. Adesso il richiamo di 40 mila riservisti in un Paese che vede armati tutti i giovani anche per le strade, preoccupa enormemente. E ora Hamas che annuncia il bombardamento di Tel Aviv. Possibile che nessuno possa fermare questa furia omicida e distruttiva? Possibile che non ci si renda conto dell’impari tragedia vissuta da quel popolo palestinese che si è visto espropriato di tutto e assoggettato alle peggiori angherie?
Si può pensare che un escalation di violenza dal 1948 ad oggi non produca reazioni in una terra privata di ogni dignità e storia? Le Nazioni Unite e l’Europa intervengano. La pace non può essere l’esito di una carneficina, ma l’esito di una speranza’. Lo dice la senatrice del Pd Laura Puppato.

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