‘Sulle funzioni tornare al testo licenziato da Palazzo Madama’
‘Per avere un Parlamento in cui i poteri delle Camere siano bilanciate e integrate anche con il sistema delle istituzioni locali è necessario tornare, in buona parte, alle competenze attribuite al Senato delle autonomie nella lettura fatta da Palazzo Madama. E poi occorre inserire di diritto nel Senato i governatori delle 20 regioni italiane. Annoto poi che la guerra scatenata sulla composizione e sui poteri del Senato dimostra da sola che di tutto si tratterà, meno che del dopolavoro delle istituzioni locali’. Lo ha detto la senatrice del Pd Laura Puppato, eletta in Veneto, nel suo intervento in Aula.
‘La volontà che ha prevalso alla Camera nel passaggio in quella sede del testo Boschi – spiega Laura Puppato – è stata quella di rendere le Regioni e gli enti locali più capaci di una propria attività legislativa: all’art. 116, per esempio, si sono attribuite alle Regioni ulteriori poteri in materia di politiche attive del lavoro, di istruzione e formazione professionale. Questo si scontra però con i poteri e le funzioni del futuro Senato come camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali: per esempio non è più necessaria la maggioranza assoluta del Senato per la dichiarazione dello stato di guerra, mentre scende al 14 per cento il peso del Senato nell’elezione del Presidente della Repubblica e a 95 senatori contro 630 deputati quello nell’elezione dei giudici della Corte costituzionale. C’è inoltre una fortissima riduzione della potestà legislativa del Senato, che non avrà più titolo ad esprimersi e rettificare la legge europea e di delegazione europea e la legge di bilancio, tutte materie fondamentali e che, nella stesura Senato, rientravano nella legislazione paritaria. Proprio per restituire al Senato delle autonomie il suo ruolo – ha concluso Laura Puppato – è dunque necessario tornare alle competenze disegnate da Palazzo Madama’.
‘La volontà che ha prevalso alla Camera nel passaggio in quella sede del testo Boschi – spiega Laura Puppato – è stata quella di rendere le Regioni e gli enti locali più capaci di una propria attività legislativa: all’art. 116, per esempio, si sono attribuite alle Regioni ulteriori poteri in materia di politiche attive del lavoro, di istruzione e formazione professionale. Questo si scontra però con i poteri e le funzioni del futuro Senato come camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali: per esempio non è più necessaria la maggioranza assoluta del Senato per la dichiarazione dello stato di guerra, mentre scende al 14 per cento il peso del Senato nell’elezione del Presidente della Repubblica e a 95 senatori contro 630 deputati quello nell’elezione dei giudici della Corte costituzionale. C’è inoltre una fortissima riduzione della potestà legislativa del Senato, che non avrà più titolo ad esprimersi e rettificare la legge europea e di delegazione europea e la legge di bilancio, tutte materie fondamentali e che, nella stesura Senato, rientravano nella legislazione paritaria. Proprio per restituire al Senato delle autonomie il suo ruolo – ha concluso Laura Puppato – è dunque necessario tornare alle competenze disegnate da Palazzo Madama’.