di Anna Finocchiaro
Aula SenatoAbbiamo lavorato in Senato per giungere ad un testo che fosse condiviso da tutto il Pd e dalla maggioranza e che potesse registrare un consenso ampio in aula. Ci sono stati dei conflitti, anche duri, ma grazie alla responsabilità di tutti e al lavoro parlamentare abbiamo superato un passaggio difficile. Nel Pd e nella maggioranza abbiamo trovato l’accordo su tre importanti emendamenti alla riforma costituzionale: il più importante è quello sulle funzioni che erano state amputate dalla Camera, perché precisa meglio il ruolo del Senato nel nuovo sistema.
Ciò che emerge è una ridefinizione del ruolo della seconda Camera, delle funzioni e della sua autorevolezza, il che corrisponde anche alle richieste di tante forze di opposizione. All’inizio del percorso l’impostazione della riforma poteva apparire debole. Fin dalla prima lettura abbiamo lavorato in Senato per definire al meglio le funzioni. Finito il bicameralismo paritario, c’era l’esigenza di costruire, a fianco di una Camera eletta con un sistema maggioritario, un Senato che rappresentasse le istituzioni territoriali, come in tante democrazie occidentali. Con i nuovi emendamenti abbiamo ripristinato funzioni esclusive del Senato dopo che la Camera non aveva bene intercettato la necessità di equilibrio del sistema. Ora vedo un sistema che assicura una democrazia governante e la tempestività delle decisioni.
È un nuovo equilibrio che conserva al Senato competenze legislative importanti e lo fa essere un equilibrato contrappeso al governo. L’abolizione del bicameralismo perfetto e una legge elettorale maggioritaria, del resto, erano nella cultura del Pd già dai tempi dell’Ulivo. Certo i milioni di emendamenti presentati da Calderoli rappresentano una caricatura della democrazia parlamentare e una offesa al Parlamento e costituiscono oggi il vero ostacolo alla possibilità di discutere e valutare le questioni importanti. Io spero ancora che Calderoli dimostri nelle prossime ore buon senso.
Dopo giorni difficili, chi ha vinto è il Pd e la maggioranza e sono certa che, alla fine, il Senato, il 13 settembre, approverà la riforma con larghissimo consenso.