di Luigi Zanda
Da 40 anni il Parlamento tribola sul tema delle riforme costituzionali. Finalmente martedì, in Commissione I, è stato fatto un passo avanti, concreto e utile: è stato adottato il disegno di legge del governo come testo base. Ora bisogna proseguire con serietà su questa strada sottraendola all’inevitabile inquinamento della campagna elettorale.
Sono certo che, dopo le elezioni europee, i partiti che finora hanno usato il Parlamento per la propria propaganda elettorale, cesseranno di farlo e un buon lavoro emendativo permetterà di migliorare il testo e di portarlo in Aula dopo aver accolto i punti su cui si è trovata una maggiore convergenza tra le diverse posizioni politiche.
Continuo a ritenere indispensabile che le regole del gioco si cambino con la più ampia maggioranza parlamentare possibile. Tutte le forze politiche debbono partecipare al rinnovamento della nostra architettura istituzionale. Lo ripeto: tutte le forze politiche, tranne quelle che decidono di autoescludersi, come il Movimento Cinque Stelle.
Un’ultima osservazione: il presidente del Consiglio ha legato il futuro del suo governo al successo del processo riformatore. Bene ha fatto poiché ha così dimostrato piena consapevolezza del forte legame esistente tra ripresa economica, sviluppo del sistema Paese e le riforme necessarie per rendere più veloci ed efficienti le nostre istituzioni.
Sono certo che, dopo le elezioni europee, i partiti che finora hanno usato il Parlamento per la propria propaganda elettorale, cesseranno di farlo e un buon lavoro emendativo permetterà di migliorare il testo e di portarlo in Aula dopo aver accolto i punti su cui si è trovata una maggiore convergenza tra le diverse posizioni politiche.
Continuo a ritenere indispensabile che le regole del gioco si cambino con la più ampia maggioranza parlamentare possibile. Tutte le forze politiche debbono partecipare al rinnovamento della nostra architettura istituzionale. Lo ripeto: tutte le forze politiche, tranne quelle che decidono di autoescludersi, come il Movimento Cinque Stelle.
Un’ultima osservazione: il presidente del Consiglio ha legato il futuro del suo governo al successo del processo riformatore. Bene ha fatto poiché ha così dimostrato piena consapevolezza del forte legame esistente tra ripresa economica, sviluppo del sistema Paese e le riforme necessarie per rendere più veloci ed efficienti le nostre istituzioni.