“Pace, democrazia e tolleranza
sono i cardini della convivenza, che in un tempo buio il
fascismo ha voluto annullare tentando di incidere un solco tra
le genti che da sempre vivono e operano in queste terre. Ogni
tentativo di assimilazione e cancellazione di lingua e identità
è violenza e genera violenza. Questa giornata è stata resa più
solenne e ricca di significato dalla presenza e dalle parole del
vescovo di Trieste Enrico Trevisi e della ministra slovena della
Cultura Asta Vrečko”.
Lo ha detto oggi a Basovizza (Trieste) la senatrice Tatjana Rojc
(Pd), intervenuta alla commemorazione, alla presenza delle
autorità, al cippo che ricorda i tre antifascisti sloveni e un
croato, fucilati nel 1930 e diventati il simbolo della lotta
slovena contro il fascismo. Tra i presenti, oltre al vescovo
Trevisi e alla ministra Vrečko, l’ambasciatore della Repubblica
di slovenia a Roma Matjaž Longar, sindaci, amministratori e
vertici delle associazioni apicali slovene.
La senatrice ha ricordato “le parole recentissime del
presidente Mattarella il quale ci ammonisce che ‘non si era, e
non si è, stranieri a casa propria, quale fosse, e sia, la
propria cultura, lingua, religione’. Noi, che siamo sloveni e
cittadini italiani, rappresentiamo una delle testimonianze di
come i passi verso l’attuazione della Costituzione siano stati
significativi e che – ha aggiunto Rojc – non si deve retrocedere
in nulla nel processo di tutela e pacificazione”


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