L’appello di Martina Oppelli scuota la coscienza delle istituzioni, apra i cuori delle persone che hanno in loro potere di cambiare la sua situazione e darle un’agognata liberazione. Di fronte al dolore umano e a una richiesta d’aiuto, nulla è più crudele dell’indifferenza, delle compilatorie argomentazioni della burocrazia, di chi giudica senza empatia. La necessità di legiferare sul fine vita è improrogabile, sancita da una sentenza storica della Corte costituzionale e sentita nella grande maggioranza della popolazione. Il lungo e penoso iter cui, per la mancanza di una legge, deve sottoporsi un malato per avere il suo diritto, è un martirio che si aggiunge al decorso della malattia. La politica dovrebbe essere al servizio di queste persone, non ostacolare l’esercizio di un diritto”. Lo dichiara la senatrice Tatjana Rojc (Pd), rispondendo al nuovo appello di Martina Oppelli, la donna triestina tetraplegica e affetta da sclerosi multipla, alla quale Asugi, l’azienda sanitaria locale, aveva negato l’accesso al suicidio medicalmente assistito.


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