“La politica estera italiana nei Balcani è posta davanti a questioni che fanno tornare l’area di primario interesse geopolitico, anche per l’Europa. La crisi Ucraina entra a pieno titolo negli equilibri di uno scacchiere vasto che lambisce i nostri confini”. Lo ha detto, in commissione Esteri al Senato, Tatjana Rojc (Pd), replicando al sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova, dopo la sua risposta a un’interrogazione “sulle pulsioni secessioniste nella Repubblica Srpska di Bosnia e sulla penetrazione nei Balcani di Paesi a guida sovranista”.
“Le spinte secessioniste della Repubblica Srpska – ha osservato la senatrice – si collocano nel quadro molto più ampio della crisi dell’Europa medio-orientale in cui agiscono, oltre alla Russia di Putin anche l’Ungheria di Orban, che vuole imprimere una svolta populista e sovranista ai Paesi più piccoli dell’area balcanico-danubiana. Non è un caso se il prezzo del gas russo all’Ungheria è ben cinque volte minore di quello riservato al resto d’Europa e così rimarrà in vigore fino al 2036. Garantire la stabilità dei Balcani significa garantire la sicurezza del nostro Paese e – ha aggiunto Rojc – il perimetro delle democrazie non formali”.