“Il governo italiano con
il ministro Tajani trasmetta a Belgrado la preoccupazione
per il rischio delle conseguenze di una repressione violenta
delle manifestazioni popolari e di una deriva delle
istituzioni democratiche. Se vogliamo implementare scambi
commerciali e infrastrutture, l’area dei Balcani deve essere
stabile e invece assistiamo ad un innalzamento della
tensione e del rischio che conflitti locali inneschino
escalation a livello continentale. I Balcani continuano a
essere uno scenario troppo poco noto all’opinione pubblica e
sottovalutato dalla politica ma nel nostro ‘cortile di casa’
giocano forze potentissime”. Lo afferma la capogruppo Pd
nella commissione Politiche europee del Senato Tatjana Rojc,
rendendo nota un’interrogazione al ministro degli Affari
esteri Antonio Tajani, in visita questa mattina a Trieste,
sottoscritta dai colleghi dem Rando, Casini, Malpezzi,
Zampa, Rossomando, Sensi, Nicita, Delrio, Franceschelli,
Verducci, Giorgis, Camusso, La Marca, Valente, Zambito.
“Poniamo al Governo il tema della disinformazione e
dell’influenza fortissima della Russia e della strategia di
penetrazione della Cina nei Balcani – spiega Rojc –
evidenziate dal nostro capo di Stato maggiore della Difesa e
verso cui anche gli organismi Ue dovrebbe valutare le misure
piu’ efficaci. La complessita’ etnica, religiosa e politica
rende questa regione estremamente vulnerabile alle influenze
esterne”. Nell’interrogazione la senatrice dem ha
sottolineato che “un’eventuale disgregazione dell’assetto
istituzionale della Bosnia Erzegovina potrebbe innescare una
spirale di tensioni etniche, alimentando il nazionalismo e
riaprendo ferite storiche mai completamente rimarginate”.


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