“Oleg Mandic ha avuto una forza
enorme per tornare dall’inferno con la convinzione che la vita
sia preziosa. La sua risata è contagiosa e aiuta ad avere
fiducia negli esseri umani, nonostante tutto. Sono onorata di
conoscerlo e sono riconoscente a chi contribuisce a far
conoscere la sua storia, perché non si finisce mai di cercare e
di scrivere dell’orrore di Auschwitz”. Lo ha detto oggi a Roma
la senatrice Tatjana Rojc parlando del libro Mi chiamo Oleg.
Sono sopravvissuto ad Auschwitz di Filippo Boni con Oleg Mandić,
che racconta la storia dell’ultimo bambino sopravvissuto al
lager nazista, durante la presentazione che si è tenuta su
iniziativa del senatore Dario Parrini nella sala Zuccari del
Senato, con la Fondazione Cinzia Vitale Onlus.
“La testimonianza di Oleg Mandić mette anche la politica – ha
osservato successivamente Rojc – di fronte all’obbligo della
memoria e all’imperativo etico di impedire il ripetersi di
quegli orrori, proprio mentre attraversiamo tempi di nuove
guerre e intolleranza crescente”.
Oleg Mandić, istriano – ripercorre una nota – è stato
arrestato nel 1944 a 11 anni con la mamma e la nonna e spedito
come prigioniero politico ad Auschwitz, da cui fu l’ultimo
detenuto a uscire vivo. Avvocato e giornalista, ha diffuso nelle
scuole e nella società civile in tutta Europa la propria
esperienza nel campo di sterminio e si batte per la salvaguardia
di questa memoria.


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