“Il ministro degli Affari Esteri prenda
contatti con l’omologo ungherese al fine di chiarire la natura e gli
obiettivi del sostegno di Budapest alle spinte secessionistiche di
Banja Luka. Il Governo italiano non può rimanere indifferente di
fronte al sostegno ufficiale del Governo ungherese alla Republika
Srpska, dopo che il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik ha annunciato
un possibile referendum entro l’anno sullo status dell’entità a
maggioranza serba della Bosnia Erzegovina”. È quanto si legge in
un’interrogazione del capogruppo Pd nella commissione Politiche
europee del Senato Tatjana Rojc che, nella ricorrenza del massacro di
Srebrenica, sollecita il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani a
prendere posizione sulla situazione creatasi in Bosnia Erzegovina dopo
l’endorsement del ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto agli
atti dell’Assemblea Nazionale della Republika Srpska che negano
l’autorità della Corte Costituzionale della Bosnia ed Erzegovina e
dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt.
“L’azione della diplomazia di Budapest rappresenta un potenziale
elemento di forte destabilizzazione interna della Bosnia e dell’area
balcanica, un danno – prosegue – agli interessi dell’Unione europea e
dell’Italia in particolare, un sostegno oggettivo alla politica di
penetrazione e interferenza russa nei Balcani in contrasto con
l’azione diplomatica operata dalle cancellerie dei Governi Ue e Nato,
quale enunciata dallo stesso ministro Tajani”.
Ricordando “gli interessi magiari in ambito energetico e
infrastrutturale”, Rojc chiede anche che “il Governo Italiano confermi
l’impegno e l’attività diplomatica del nostro Paese intesi a
preservare l’integrità della Federazione di Bosnia ed Erzegovina,
quale presupposto della stabilità di tutta l’area dei Balcani, su cui
è dichiaratamente aperto uno dei principali dossier della nostra
politica estera”.


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