La senatrice Anna Rossomando è responsabile del settore Giustizia nella segreteria nazionale del Pd.

Senatrice Rossomando, che posizione ha il Pd sui quesiti referendari in tema di giustizia, ammessi dalla Corte costituzionale?

«Li rispettiamo. Consideriamo il referendum uno strumento prezioso di partecipazione dei cittadini, ma siamo un partito e ne discuteremo per fare le nostre valutazioni».

Nel merito, cosa pensa?

«Posso dire che buona parte dei quesiti è già argomento di discussione nella riforma del Csm da approvare in Parlamento. Quest`anno, con la riforma del processo civile e del processo penale, abbiamo già risposto a una delle questioni principali che interessa tutti i cittadini: i tempi ragionevoli di durata dei processi. Cosi come sulla presunzione di innocenza, siamo intervenuti sulle distorsioni dell’uso mediatico del processo penale».

Le norme in discussione riusciranno a risolvere i limiti del Csm, emersi negli ultimi anni?

«Certamente li affrontano, nella riforma Cartabia e nei nostri emendamenti ci sono proposte che accompagnano il necessario percorso di recupero di credibilità della magistratura. E per questo è probabile che molti dei quesiti referendari saranno assorbiti o superati dalle norme in discussione in Parlamento».

Crede che le proposte Cartabia diano risposte adeguate al bisogno di riforma giudiziaria?

«Ne sono convinta. Tutti i partiti della maggioranza hanno dato il loro impegno all’approvazione di quell’impianto complessivo in tempi brevi. Del resto, in Consiglio dei ministri le proposte della ministra Cartabia sono state approvate all`unanimità. A chi dice che i referendum sono uno stimolo di intervento per il legislatore, dico che è questo il momento di dare risposte adeguate».

Anche sulle modifiche alla legge Severino?

«Con il quesito referendario si abrogherebbe tutta la normativa in tema di incandidabilità, per cui anche i condannati per reati di mafia con sentenza irrevocabile potrebbero candidarsi ed essere eletti. E non è accettabile. In ogni caso anche noi pensiamo che sia giusta una riflessione: in commissione è stata incardinata una proposta di legge del Pd che rivede le sospensioni degli amministratori locali in assenza di una sentenza definitiva, fatti salvi i reati di grave allarme sociale».

Le proposte della ministra Cartabia saranno approvate in tempo per le nuove elezioni del Csm?

«È nell`interesse dei cittadini ed è uno dei richiami più applauditi nel discorso del presidente Mattarella. Credo che avere una buona riforma sia proprio la finalità di chi ha firmato per il referendum».

Il Parlamento riuscirà a dare risposte sulla modifica della custodia cautelare prima del referendum?

«Il quesito referendario su questo tema rischia di aprire dei vuoti legislativi senza soluzioni. Per noi il tema del carcere è importante da sempre. E siamo pronti a riaprire il cantiere della riforma da subito».

Cosa pensa della separazione delle funzioni giudiziarie?

«Ovviamente è cosa ben diversa dalla separazione delle carriere che non è nel quesito. Invece il passaggio da una funzione all`altra viene ulteriormente limitato dalla riforma Cartabia».

Alla fine, è ottimista sull`approvazione della riforma giudiziaria?

«Credo sia in ballo la credibilità della politica che non può delegare ad altri il suo ruolo. E oggi abbiamo l`occasione di approvare una riforma con interventi che vanno ben oltre quelli toccati dai quesiti referendari».


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