La prima alleanza che dobbiamo fare è sociale. Annna Rossomando, 59 anni, vicepresidente del Senato, è tra le grandi elettrici di Elly Schlein, che oggi sarà in Piemonte per il tour elettorale in vista delle comunali del 14 e 15 maggio.
Senatrice, secondo lei il centrosinistra si dovrà presentare insieme al M5S alle elezioni regionali nel 2024?
I piemontesi avvertono con forza l`esigenza di rimettere al centro questioni fondamentali: la sanità, il lavoro, la conversione ecologica legata alla politica industriale, questione su cui sono stati falli troppi annunci, andati a vuoto, mentre occorrerebbe prevedere un intervento pubblico per aiutare le imprese a stare nella parte più avanzata d’Europa. E’ a queste domande che un’alleanza, che io spero sia la più larga possibile, dovrà dare delle risposte
Lei pensa che questo basterà a battere Alberto Cirio (se si ricandiderà} e tornare al governo della Regione?
«Noi siamo già percepiti, grazie alla proposta di Schlein come una alternativa a questa destra, che ha aumentato le liste di attesa e reso difficile l`accesso al servizio sanitario come se la pandemia non avesse insegnato niente. Noi crediamo che la sanità sia il tema dei temi, e che occorra una risposta forte: un piano straordinario di assunzioni, per rimettere in sesto un servizio pubblico provato da anni di tagli.
A Ivrea e Pianezza i dem e i 5 Stelle hanno già trovato una intesa. In altri centri, invece, come Novi Ligure e Orbassano, vanno separati. Lei crede che queste amministrative possano essere un laboratorio per le alleanze nel 2024?
«Si, lo penso. A Ivrea il centrodestra si è diviso perché era legato da un accordo di potere. Noi invece puntiamo a una alleanza forte, che guardi al futuro, partendo dai temi. E questo ci rende forti».
Enrico Borghi, senatore eletto con il Pd nel Verbano, ha lasciato il partito di Schlein per Renzi. Non teme che altri possano seguirlo?
«Il Terzo polo ha creato più divisioni nel centrodestra, come a Ivrea. E a Roma prevale il dibattito interno, mentre dobbiamo tutti parlare ai cittadini».
L’uscita di Borghi metterà in difficoltà il Pd nell’Alto Piemonte?
«Dai riscontri che ho, direi di no. C’è stata una delusione molto forte nel Vco, per il modo ingeneroso con cui se ne è andato. Ora mi aspetterei, come minimo, che si dimettesse dal Copasir». Esclude quindi un’intesa con Azione e Italia viva?
«Non la escludo, anzi la auspico. Sui temi fondamentali ci può essere una convergenza ampia. Sono innanzitutto i piemontesi a chiederlo».
E più facile allearsi can i 5 Stelle, ora che c’è Schlein?
«Ripeto, sono le battaglie che ci si propone di fare a definire le alleanze».
Chi sarà il candidato presidente del centrosinistra?
«La candidatura migliore è quella che saprà raccogliere attorno a sé la più vasta alleanza passibile sulle priorità dei piemontesi. E non escludo il ricorso alle primarie di coalizione, come ha detto il segretario Domenico Rossi».
Si fanno molti nomi: dalla cuneese Chiara Grihaudo al torinese Daniele Valle. Si parla anche di una possibile discesa in campo del rettore del Politecnico Guido Saracco…
«Non faccio nomi. Potrà essere un candidato o una candidata del Pd, dove le risorse non mancano. L’importante è il profilo e che abbia la voglia di vincere e che sia in grado di trasmetterla».


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