“L’opposizione e in particolar modo il Partito Democratico, considerata l’importanza del tema cybersicurezza, hanno dato un poderoso contributo in termini di emendamenti, ma queste istanze sono state tenute in considerazione solo in minima parte. Permangono problemi e perplessità. In primis servirebbero investimenti, invece le risorse restano invariate e manca un collegamento al PNRR. La risposta è che il Governo si sta impegnando per spendere efficacemente i fondi previsti a tal fine. Non è sufficiente, non solo perché è necessario indicare le poste di bilancio, ma perché, a cascata, mancano indicazioni ai soggetti che dovranno farsi carico della gestione, come i Comuni. Registriamo dunque un deficit di impostazione e anche di serietà nell’affrontare i temi della sicurezza. C’è poi la questione delle ispezioni, dove viene previsto un potere ispettivo per un organo che dipende direttamente dal Ministero della giustizia, cioè alle dipendenze di un organo politico, che potrà esercitare un potere delicatissimo, entrando direttamente nella segretezza delle indagini in corso. Il controllo, se deve essere svolto, deve essere giurisdizionale; non può essere attribuito dall’organo politico. Questo elemento ci rimanda a un tema più generale, ovvero come questa maggioranza intenda la separazione dei poteri, dimostrandosi ancora una volta assolutamente indifferente a uno dei pilastri delle democrazie liberali. E tutto si tiene con la discussione che stiamo affrontando in questi giorni anche sul premierato”.
Lo ha detto in aula la vicepresidente dem del Senato Anna Rossomando, intervenendo sul Ddl Cybersicurezza.