«Le primarie rimangono come opzione. Nessuno le ha tolte, nessuno ha detto che non si possono fare, anzi, il Pd nazionale ha chiarito che a fine mese la piattaforma per la consultazione on-line sarà pronta. Poi se c`è la volontà di trovare una sintesi io sono la prima disponibile a discuterne, a patto che da parte di tutti ci sia la voglia di raggiungere questo obiettivo». Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e una della principali rappresentanti della sinistra Dem a Torino, sostenitrice di Mauro Salizzoni candidato sindaco, prova a tracciare un percorso e a delineare una strada per arrivare a definire una candidatura il più possibile unitaria.

Rossomando, quali sono le sue condizioni per arrivare ad una sintesi?

«Ecco. Direi che sarebbe opportuno uscire dalla logica delle condizioni, dei paletti e dei veti. Sarebbe meglio discutere di percorsi che possono avere traiettorie diverse, ma che portano a traguardi comuni. E credo che sia necessario raffreddare un po` gli animi, abbandonare il linguaggio aggressivo che ha caratterizzato la discussione attorno al candidato sindaco di Torino nelle ultime settimane, come tra l`altro ha detto recentemente anche Mauro Salizzoni. I toni si sono già un po` smorzati. E questo è un bene. Secondo me poi la sintesi non si può solo fare all`interno del Pd, tra le diverse aree che compongono il partito, ma bisogna allargare la discussione».

A chi?

«Ai partiti che compongono la coalizione, in primo luogo. E poi, può sembrare ambizioso, ma alla città. Ricordiamoci che stiamo cercando di individuare un candidato che faccia vincere il centrosinistra, tutto, non solo il Pd, e che raccolga il consenso dei torinesi. Abbiamo l`onere di trovare la soluzione non per il bene del Pd, ma per il bene di Torino».

Allargare troppo la platea di chi decide non equivale a prendere tempo e non decidere?

«No, io sono per una mediazione di livello. Una mediazione politica alta. Eleviamo l`asticella, troviamo una sintesi vera, non al ribasso, solo tra il ceto politico. Sintesi che la gente non capirebbe. Secondo me la possibilità esiste. Ho ascoltato sia il primo dibattito organizzato dai Moderati, sia il secondo. Ho trovato molti punti di contatto tra i candidati, c`è stata una contaminazione vera. È molto positivo».

Sintesi vuol dire riunire gli organi del Pd e votare?

«Ecco, eviterei di fare sintesi a colpi di maggioranza e forzature. Le “granitiche maggioranze” indicate da qualcuno non aiutano per individuare un candidato e una squadra che unisca e vinca».

Come si fa, allora?

«Bisogna riaprire la discussione. Ci vuole qualcuno che elabori una
proposta su cui discutere e ragionare. Non è solo questione di un nome, ma di definire un gruppo di persone. Squadra da contrapporre al candidato di centrodestra Damilano che sembra essere meno aggressivo, ma che in realtà rappresenta sempre una destra a trazione leghista».

Candidato che ha già tappezzato Torino di manifesti. Il centrosinistra è in ritardo?

«Da qui a inizio marzo il nostro percorso va definito. Se non si riesce a fare sintesi allora rimangono le primarie come unico strumento. Sempre che si voti nei tempi immaginati».

Pensa ad un rinvio del voto amministrativo?

«Non penso a nulla. È un`incognita che dipende dall`evoluzione della pandemia. Indipendentemente però dalla data delle elezioni, il Pd e il centrosinistra debbono comunque individuare il percorso e tentare la strada della sintesi che, in ultima istanza, passa dalle primarie».

Che rimangono sul tavolo?

«Certo, se non si fa sintesi in altro modo, si usino le primarie».

Chi deve dare le carte di questa partita?

«Questo ruolo spetta a chi ha funzioni apicali, ai segretari di partito e ai gruppi dirigenti che devono fare i garanti e non i tifosi».

Il no di Grimaldi al governo Draghi lo mette fuori dal tavolo a Torino?

«Mi auguro di no. Non credo e non penso sia opportuno. Sono tra quelli che credono sia necessario allargare la coalizione, non restringerla. E credo che le idee e il contributo di Grimaldi sulla città siano importanti».

Pensa che la sintesi si possa fare sui nomi in campo, oppure si deve cercare altre figure?

«Non vedo altre figure. Non si può escludere che si possano concretizzare, ma partirei dai nomi che sono in campo».


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