“Ho avuto conferma dal Ministero delle Infrastrutture che il progetto di porto offshore a largo di Venezia è congelato. Del resto la carenza progettuale, le incertezze sui costi, i rischi economici e ambientali difficilmente quantificabili, le garanzie rispetto a partner privati realmente disposti a investire sul progetto rendevano quest’opera non solo un azzardo ma anche un catalizzatore, un imbuto capace di congelare risorse pubbliche in un progetto faraonico di difficile realizzazione. Adesso, invece, tali risorse potrebbero essere destinate a un progetto comune che sviluppi e valorizzi le infrastrutture di un’area vasta che va da Trieste a Ravenna” – così Francesco Russo, senatore triestino del PD in merito al progetto di porto offshore presentato dall’Autorità portuale di Venezia. “La mia – sottolinea Russo – non vuole essere una mera rivendicazione campanilistica, anzi: sono convinto che per competere sui grandi mercati internazionali sia necessario unire le forze, fare sistema e pianificare il futuro assieme, lontano da egoismi provinciali e dannosi per tutti. Per questo dico fin da subito a Venezia e a Ravenna che dobbiamo chiudere definitivamente il tempo delle incomprensioni: è giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo e sviluppare un progetto unitario, da presentare poi al Governo, che abbracci tutti i porti del Nord Adriatico e che provi a fare dell’area che si estende da Trieste a Ravenna il primo hub portuale del Mediterraneo. Credo che questa tipologia di investimento aumentando le sinergie fra i porti del nord Adriatico sarebbe, sia dal punto di vista strategico, sia tenuto conto del contenimento dei costi, il migliore possibile per la competitività del nostro Paese. Le potenzialità, l’expertise, le competenze, il capitale umano, i fondali e le infrastrutture fanno di questa area vasta un territorio ideale per un progetto che sarebbe certamente capace di attrarre investimenti privati e che porterebbe, conseguentemente anche la creazione di nuovi posti di lavoro. A margine di questo ragionamento spiace comunque costatare, ancora una volta, che sia la politica a dover sopperire alle mancanze di una Presidente dell’Autorità Portuale – quella di Trieste – che, trincerata all’interno della Torre del Lloyd, si preoccupa solamente delle piccole beghe di quartiere dimenticando le partite davvero importanti e dimostrando, in questo modo una spiccata mancanza di visione strategica e incapacità di fare squadra con quelle realtà che potrebbero consentire a Trieste e al suo Porto di giocare un ruolo da protagonista e di primo piano sia in Italia sia sui mercati internazionali’.

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