Mille euro al mese alla Caritas, dodicimila euro l’anno . Dall’inizio della legislatura (2013) Francesco Russo, triestino, 46 anni, senatore del Pd alla prima esperienza in Parlamento si applica un taglio dello stipendio del 20 per cento, una battaglia autoimposta contro gli eccessi della politica. Russo si presentò subito attaccando un mostro sacro della sinistra come Livia Turco la quale, terminato il mandato alla Camera dopo decenni di servizio, aveva avuto un incarico retribuito dal Pd, in attesa del vitalizio. “Livia pensi prima agli esodati e poi a se stessa”, disse Russo in direzione beccandosi l’accusa di essere un dem-grillino. Ma alla fine ebbe soddisfazione: la Turco lavorò gratis.
Dunque, ha ragione Grillo sul dimezzamento dello stipendio?
“Stare nelle istituzioni non significa solo lanciare proposte popolari, come fa Di Battista. Che poi ha solo il 50 per cento di presenze in aula”.
E lei, quante volte è presente?
“Il 98 per cento delle volte”.
Però a differenza dei suoi colleghi si è dato una regola di autoriduzione.
“Ho pensato che fosse importante, in attesa del taglio dello stipendio dei parlamentari, un segno di sobrietà. Guardi, che molti politici hanno la stessa consapevolezza e il desiderio di andare in questa direzione. Non sono solo”.
Lei cosa fa?
“Dò il 20 per cento del mio stipendio, dell’indennità di base di 5000 euro, a iniziative benefiche. Ho cominciato con Banca Etica che ha promosso un suo fondo per appoggiare giovani imprenditori in terra di mafia. Nell’ultimo anno, invece, dopo un attacco della destra della mia città, li verso alla Caritas di Trieste per un progetto per i senza tetto, italiani o stranieri. La neogiunta di centrodestra ha pensato bene di perseguitare questa idea togliendogli gli spazi. Io la difendo e la finanzio”.
Allora il taglio è giusto, si può fare e vivere bene lo stesso.
“Sono per fare chiarezza, per dare un segnale spero definitivo. Bisognerebbe anche spiegare che la politica ha già fatto molto. Ha cancellato quelli che erano considerati giustamente dei privilegi. Molti di noi, quelli alla prima legislatura e siamo tanti, non avranno nessun vitalizio, mai. Ma credo che sia importante valorizzare e premiare professionalità, competenza e merito”.
Così è il gioco dell’oca.
“No. La proposta di legare lo stipendio alla presenze, per esempio, stimola un parlamentare a farlo bene. La legge proposta dai grillini, al contrario, avrebbe penalizzato allo stesso modo chi sta 13 ore al Senato, come me, e chi come Ghedini ha lo 0,1 per cento di presenze. A proposito di partecipazione, i grillini dovrebbero guardare in casa loro”.
In concreto quale può essere una proposta alternativa?
“Stipuliamo un nuovo patto tra cittadini e politica: decidiamo una volta per tutte l’investimento che vogliamo fare per avere una classe politica di qualità.I rimborsi siano a pie’ di lista, i cosiddetti portaborse vengano pagati direttamente dalle Camere così i soldi per le spese non passeranno direttamente dalle tasche dei parlamentari. Stabiliamo così la cifra che serve per fare la politica il meglio possibile. Senza demagogia, ma anche senza gli eccessi di un tempo”.


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