‘L’emanazione delle nuove direttive comunitarie in materia di appalti e di concessioni ci dà la possibilità di riformare la normativa di un settore che rappresenta circa il 19% dell’intero Pil europeo e che quindi diventa strategico soprattutto in un periodo di crisi economica’. Lo ha affermato la senatrice del Pd Angelica Saggese, nel suo intervento al convegno del Pd ‘La riforma del Codice degli appalti: i profili anticorruzione’.
‘L’obiettivo è creare un sistema di norme chiaro, semplice ed organico e definire un quadro preciso di regole che consenta, tra le altre cose, il recupero di efficienza ed efficacia. Un esempio su tutti, secondo me da evitare – ha spiegato – è il famigerato articolo 38 del codice dei contratti che impone ai partecipanti una serie di dichiarazioni, che nel tempo si sono fatte via via più numerose, creando difficoltà interpretative alle commissioni di gara, con allungamento dei tempi e ovviamente con un incremento di contenziosi. Nel ddl questo principio è stato ben recepito con la previsione di un criterio di riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e con la creazione addirittura di un’unica banca dati centralizzata relativa ai requisiti di qualificazione. Un altro elemento fondamentale – ha continuato Saggese – è porre particolare attenzione alla fase di progettazione. Alla base di ogni appalto vi deve essere una progettazione certa e credibile, altrimenti incorreremo nelle inevitabili varianti in corso d’opera. Infine, ridurre il numero delle stazioni appaltanti è utile sia per ottenere economie di scala, sia per agevolare i controlli ed anche per garantire alle stazioni appaltanti maggiori competenze e professionalità in un quadro normativo spesso complesso ed articolato. Bene quindi lo sviluppo dell’istituto delle centrali di committenza con la previsione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. Sono certa che alla fine arriveremo a un testo coraggioso – conclude la senatrice del Pd – che sia al passo con i tempi e all’altezza di un Paese moderno’.

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