Il Senato ha approvato in terza definitiva lettura la riforma della Costituzione che prevede il superamento del bicameralismo paritario e ridisegna i rapporti tra Stato e Regioni. Difficile affermare che si tratti di una riforma centralistica, come sostiene il presidente Zaia. È piuttosto una riforma che supera l`equivoco della legislazione concorrente tra Stato e Regioni che nei fatti ha determinato una sostanziale paralisi
nei loro rapporti, stabilendo le competenze dello Stato e quelle delle Regioni.
Ma il fatto più rilevante è la composizione del nuovo Senato delle autonomie con due terzi di consiglieri regionali e un terzo sindaci. È decisamente potenziato in questo modo il peso delle Regioni e degli enti locali. Dopo l`ultimo passaggio alla Camera dei Deputati ci sarà il referendum confermativo con il quale approvare una riforma che non solo permetterà alla Repubblica e alle Regioni di funzionare migliorando il processo legislativo ma vedrà anche un consistente rafforzamento dell`autonomia differenziata per le Regioni. Tale autonomia, di cui potranno godere le Regioni attraverso un negoziato con lo Stato, ha tre caratteristiche fondamentali, che mi pare non siano state colte dal presidente Zaia nel suo recente intervento sul Gazzettino.
La prima caratteristica è l`ampiezza degli spazi di autonomia possibili. Le materie su cui le Regioni e tra esse il Veneto potranno legiferare in via esclusiva riguardano: le politiche attive del lavoro, le politiche sociali, il governo del territorio, la scuola, l`università e ricerca, la tutela dei beni culturali, l`ambiente, il turismo, il commercio estero. Si tratta di ambiti strategici per una regione come il Veneto grazie ai quali potranno essere avviati percorsi originali di maggiore crescita economica, sociale, culturale che valorizzi le migliori qualità del modello di sviluppo del Veneto.
La seconda caratteristica dell`autonomia è la chiarezza: viene superata infatti la legislazione concorrente che troppi ricorsi aveva prodotto presso la Corte Costituzionale, alimentando un contenzioso caratterizzato da alti costi per il contribuente e un intollerabile rallentamento nell`attuazione delle leggi statali e
regionali. Non è vero, come afferma Zaia, che si affossano le Regioni ordinarie e si va verso un modello centralizzato: per le Regioni virtuose con i bilanci in ordine gli spazi di autonomia saranno oggetto di trattativa con lo Stato e certificati poi da legge nazionale. Si tratta di un approccio non centralististico
ma basato sulla buona gestione dei bilanci e sulla responsabilità.
E` infatti questa la terza caratteristica della nuova autonomia disegnata dalla riforma. Un principio, quello della responsabilità, che assieme a quello di sussidiarietà, entra definitivamente in Costituzione unitamente ai costi standard, come da sempre le Regioni virtuose chiedono. I contenuti della riforma della Costituzione rispondono quindi anche alle molte istanze avanzate nel Veneto di maggiore autonomia e se approvata
darà la possibilità alle Regioni di poterla negoziare con lo Stato e realizzarla concretamente su importanti materie già dal 2017. Viene nei fatti superato il referendum, auspicato da Zaia, che nel testo autorizzato dalla Corte Costituzionale pone il quesito ai cittadini veneti relativo alla possibilità di maggiore autonomia per il Veneto rispetto allo Stato.
La novità da oggi è che la strada per un`autonomia rafforzata anche per il Veneto è quella disegnata dalla riforma della Costituzione e che il modo migliore per realizzarla per i cittadini veneti è di partecipare tutti al referendum confermativo del prossimo ottobre e approvare con grande forza la Riforma costituzionale. Sarà questo un banco di prova per l`iniziativa politica dei democratici veneti, attorno alla quale aggregare i cittadini e le rappresentanze politiche, economiche e sociali a cui sta a cuore un Veneto più forte, più solidale attraverso l`esercizio responsabile dell`autonomia.


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