Forse è presto per parlare di disgelo tra governo e sindacati. Di certo l`incontro ha segnato sul piano politico e simbolico un significativo cambiamento. Innanzitutto sul piano del metodo, dato che sono stati assunti da parte del governo impegni per ulteriori incontri con le parti sociali sia sulla legge di stabilità, sia sulla stesura dei decreti legislativi che daranno attuazione alla delega sul Jobs Act.
 Non è poco, riprende una forma di dialogo sociale di stampo europeo, senza ricadere in vecchi riti stanchi ed inconcludenti. In questo modo si potrà invece assicurare da parte del governo ascolto e confronto verso le istanze del mondo del lavoro e delle imprese, in modo tale da poter assumere decisioni più condivise e perciò maggiormente efficaci in materia di economia e lavoro, al di fuori di anacronistici diritti di veto da qualsiasi parte provengano. Ma a mio avviso sono ancora più significativi i contenuti dell`incontro.
Il governo ha spiegato come la ormai prossima legge di stabilità renderà strutturale l`intervento sui redditi medio-bassi dei lavoratori con gli 80 euro per far ripartire la domanda interna e la produzione di beni e servizi. Per le imprese verrà ridotta di 2 miliardi di euro la tassazione sul lavoro con l`intento di favorire investimenti e ripresa. In materia di ammortizzatori sociali si prevede un intervento di 1,5 md di euro per sostenere l`estensione delle tutele contro la disoccupazione e si metterà mano con decisione al rilancio delle politiche attive per ricollocare le centinaia di migliaia di lavoratori oggi in Cig o senza lavoro.
Rispetto al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti il presidente Renzi ha confermato che è finalizzato a sostituire nella propensione ad assumere da parte delle imprese le molteplici forme temporanee, atipiche, parasubordinate in molti casi frutto di abusi e che in merito all`articolo 18 resteranno le tutele rispetto ai licenziamenti illegittimi, in particolare quelli discriminatori e disciplinari.
Si tratta di scelte a forte valore ‘ riformistico’ e sicuramente ‘ pro-Labour ‘ nei confronti dei quali è auspicabile che il sindacato esprima proposte e stimoli, evitando quelle chiusure aprioristiche che pure sono riecheggiate nelle dichiarazioni dei responsabili sindacali (non tutti per la verità ) dopo l`incontro.
Dall`incontro sono emerse altresì volontà di confronto su temi sensibili quali la regolazione della rappresentanza sindacale e il rafforzamento della contrattazione aziendale.
Positivamente il governo ha ipotizzato interventi normativi su questi temi non ‘ contro’ le legittime prerogative delle parti sociali ma ove necessario con una legislazione di sostegno laddove le parti sociali non abbiano già provveduto a regolare questi importanti aspetti.
Semmai su questo punto si potrebbe osare di più nei prossimi incontri affrontando il tema della partecipazione dei lavoratori dentro le imprese, sulla scorta del tanto citato modello tedesco.
In conclusione, senza peccare di eccessivo ottimismo, si può dire che il confronto sia partito con il piede giusto che dovrà essere confermato nei prossimi incontri. A tal proposito servirà da parte di governo e parti sociali una rinnovata capacità di trovare un terreno propositivo ed operativo per interventi sull`economia ed il lavoro che possano aiutare concretamente le famiglie, il lavoro e le imprese ad uscire da una crisi ancora purtroppo molto forte.

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