“Abbiamo presentato un parere alternativo a quello della maggioranza sullo schema di decreto legislativo inerente il concordato preventivo biennale.
In particolare ci trova in disaccordo l’estensione dello strumento a tutti i contribuenti che ne facciano domanda a prescindere dal livello di affidabilità fiscale. Questo, oltre a rappresentare un premio per i comportamenti elusivi, rappresenta un sostanziale disincentivo ad ottenere alti indici di affidabilità fiscale. Mettendo di fatto in discussione l’utilità degli ISA. I modelli che sono alla base degli Indici di Affidabilità Fiscale possono senz’altro essere migliorati, come noi abbiamo proposto, per rappresentare meglio la realtà delle PMI o delle imprese cooperative, ma è sbagliato prescindere totalmente dallo strumento.
Inoltre nessun potenziamento dell’organico dell’Agenzia delle Entrate è previsto nel decreto. Agenzia che verrà sovraccaricata di compiti anche in ragione dell’allargamento della platea dei potenziali beneficiari dello strumento.
Infine non riteniamo coerente con le finalità di contrasto all’evasione e all’ elusione la soglia arbitrariamente indicata del 10% del reddito dichiarato l’anno precedente. Si tratta di un limite arbitrario fissato dal legislatore che vincola le valutazioni dell’Agenzia.
Si aggiunge al sostanziale blocco delle attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza nei confronti dei soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale”. Così in una nota i senatori del Pd Francesco Boccia, Cristina Tajani e Alberto Losacco membri della commissione Finanze a Palazzo Madama.


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