Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, il presidente della Commissione difesa Nicola Latorre, il capigruppo della commissione Affari Costituzionali, Giorgio Pagliari, i senatori Daniele Borioli, Andrea Marcucci, Pina Maturani e Franco Mirabelli hanno oggi depositato un’interrogazione urgente rivolta ai ministri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia in merito alle notizie riportate dalla stampa nei giorni scorsi riguardanti alcuni “fatti connessi all’attività di ufficiali di polizia giudiziaria appartenenti al Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei Carabinieri (Noe) e impegnati in un’inchiesta sugli appalti Consip “e che “configurerebbero comportamenti particolarmente gravi e di serio nocumento per il regolare andamento della giustizia”.
Luigi Zanda e i senatori del Pd, oltre a una valutazione della vicenda, chiedono ai ministri interrogati: “Se corrispondano al vero le ricostruzioni giornalistiche sui comportamenti posti in essere da ufficiali di polizia giudiziaria del Noe e, in caso, quali provvedimenti siano stati adottati o si intendano adottare nei loro confronti” e se non ritengano necessario “porre in essere iniziative atte a salvaguardare la correttezza delle indagini in corso e ad assicurare che sia fugato ogni dubbio sulla linearità dei comportamenti di delicatissimi apparati dello Stato”.
Le notizie “sinora mai smentite” riguardano diversi punti dell’inchiesta Consip. L’alterazione, da parte di ufficiali di polizia giudiziaria, di un’informativa consegnata alle Procure di Napoli e di Roma “al fine di attribuire responsabilità penali al padre dell’allora Presidente del Consiglio”. La falsa testimonianza davanti ai Pm di un ufficiale di polizia giudiziaria che avrebbe negato di avere riferito dell’inchiesta Consip a un suo superiore. La discussione intercorsa tra ufficiali di polizia giudiziaria sull’opportunità “di collocare microspie negli uffici del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e del Capo di Stato Maggiore”. E, infine, la notizia secondo cui “ufficiali di polizia giudiziaria avrebbero trasmesso informazioni e contenuti degli atti dell’inchiesta coperti dal segreto ad alcuni loro conoscenti in servizio all’Aise, senza esserne stati autorizzati dalla magistratura competente”.
Si tratta, per i firmatari dell’interrogazione, di ricostruzioni che “suscitano inquietudine e preoccupazione” e “ove rispondessero al vero, al di là delle eventuali responsabilità penali, mostrerebbero che ufficiali di polizia giudiziaria cui la magistratura ha affidato grandi responsabilità, si sarebbero mossi in direzioni tuttora da accertare, ma certamente non compatibili col nostro ordinamento democratico e col buon funzionamento di uno stato di diritto”.


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