Interrogazione Pd al Ministro della Giustizia

Il contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata, nel nostro Paese, è ormai da tempo condotto, con risultati significativi, anche attraverso la predisposizione di strumenti ablatori autonomi rispetto al processo penale quali la confisca di prevenzione introdotta nel 1982 a seguito del grande impegno di personalità come Cesare Terranova e Pio La Torre e oggi disciplinata dal d.lgs. 159/2011, c.d. codice antimafia.
La prima sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ammesso la causa promossa dai fratelli Cavallotti contro la Repubblica italiana a fronte di una confisca di un patrimonio avvenuta in forma di prevenzione per contiguità e non a fronte di una sentenza.
La CEDU, a seguito dell’ammissibilita’ del ricorso, ha chiesto, tra l’altro, al governo italiano se la confisca, nel caso di assoluzione in sede penale, sia proporzionale e necessaria; se essa non sia una vera e propria sanzione penale; se, alla luce dell’assoluzione dei ricorrenti, l’accertamento della particolare pericolosità e la conseguente confisca dei beni fossero giustificati.
Per questo motivo i senatori del Pd Verini, Rando, Mirabelli, Valente, Rojc, Giacobbe, La Marca, Del Rio, Sensi, Rossomando, Verducci, Bazoli, Losacco, Furlan, Irto, Camusso, Alfieri, Tajani, Zambito hanno presentato una interrogazione al ministro della Giustizia per sapere quando il governo italiano intenda rispondere alla CEDU e soprattutto quali saranno, nel merito, le argomentazioni addotte dal governo a sostegno dell’attuale giurisprudenza penale italiana sistema di misure di prevenzione patrimoniali’.


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