Trasparenza e responsabilità per evitare che fondazioni, associazioni e think tank diventino ‘la cassaforte nascosta’ per finanziare in modo opaco le attività della politica e dei loro rappresentanti e affinché sia invece valorizzato il loro importante ruolo di elaborazione e reciproca comunicazione tra settori della società, dell’economia, della scienza e della politica. È questo l’obiettivo di un disegno di legge, composto da 4 articoli, presentato a Palazzo Madama dai senatori del Partito Democratico Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, Alessandro Maran, Gianluca Susta, Stefano Collina, Nicoletta Favero e Carlo Lucherini.
In particolare il ddl (AS 1891) mira a vietare a ‘enti e società partecipate dallo Stato o da altri enti pubblici o a società private che siano titolari di concessioni pubbliche e ai loro manager di finanziare istituzioni, fondazioni e associazioni che abbiano come scopo sociale l’elaborazione di politiche pubbliche e che siano presiedute o dirette da persone che siano titolari di incarichi di governo a livello nazionale, regionale o locale, o siano membri del Parlamento nazionale o europeo’. Inoltre è vietato ‘a dirigenti, amministratori o manager di enti, aziende e società sulla cui nomina abbiano poteri di influenza organi di governo di contribuire finanziariamente a tali fondazioni e associazioni’. Si vuole in altre parole eliminare ogni possibile conflitto d’interessi tra chi esercita poteri pubblici di indirizzo, di nomina o di gestione e i soggetti economici destinatari di queste attività. E non solo. Per garantire la massima trasparenza le fondazioni o associazioni sono tenute a pubblicare sul proprio sito web il bilancio e l’elenco delle persone fisiche o giuridiche che , a qualsiasi titolo, hanno versato un contributo a loro favore con il relativo importo. Qualora queste norme non siano rispettate è prevista una multa ‘da due a sei volte l’ammontare non dichiarato e la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici’.
Infine – ma non meno importante – è la trasparenza dei rapporti tra informazione e sistema economico. A tal fine si stabilisce che le società per azioni indichino analiticamente nei loro bilanci i destinatari di spese in pubblicità e per relazioni istituzionali.

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