‘Accettiamo la sfida del ministro Boschi e ci impegniamo, rispettando i paletti del 25 maggio, a contribuire positivamente al disegno di legge sulle riforme costituzionali. Ci candidiamo a essere ‘facilitatori’ di un processo che consenta di ritrovare quell’unità all’interno del Gruppo indispensabile per approvare in tempi certi il percorso delle riforme tracciato dal Governo. Per questo, sapendo che ogni minuto è prezioso, già oggi abbiamo anticipato ai colleghi alcune delle nostre proposte di modifica al testo che discuteremo nell’assemblea di gruppo di martedì prossimo’. Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Russo, Massimo Caleo, Stefano Esposito, Camilla Fabbri, Rosanna Filippin e Stefano Vaccari, che annunciano la presentazione degli emendamenti al ddl sulle riforme costituzionali.
‘Le proposte che formuliamo non sono alternative a quelle del Governo, non stravolgono il disegno di legge, non mettono i bastoni tra le ruote, non vogliono allungare i tempi della discussione e non creano trappoloni: hanno semplicemente l’ambizione di rendere il nuovo Senato un vero organo di controllo e garanzia rivalutando anche il suo ruolo nel procedimento legislativo. Vi sono, inoltre, molti degli spunti già presenti nel ddl Chiti in merito ad una reale valorizzazione della nuova seconda Camera attraverso un allargamento di alcune competenze legislative bicamerali, il suo accesso diretto alla Corte Costituzionale, la possibilità di istituire commissioni di inchiesta, maggiori competenze alle Regioni così come da loro richiesto in una prospettiva di reale bilanciamento federale. Grazie alle nostre modifiche – concludono i senatori del Pd – il nuovo Senato avrebbe potere su tutte le materie di rilievo per l’autonomia regionale e comunale e la possibilità di presentare emendamenti su tutte le altre materie che potranno, però, essere superati dalla Camera dei deputati a maggioranza assoluta’.
‘Le proposte che formuliamo non sono alternative a quelle del Governo, non stravolgono il disegno di legge, non mettono i bastoni tra le ruote, non vogliono allungare i tempi della discussione e non creano trappoloni: hanno semplicemente l’ambizione di rendere il nuovo Senato un vero organo di controllo e garanzia rivalutando anche il suo ruolo nel procedimento legislativo. Vi sono, inoltre, molti degli spunti già presenti nel ddl Chiti in merito ad una reale valorizzazione della nuova seconda Camera attraverso un allargamento di alcune competenze legislative bicamerali, il suo accesso diretto alla Corte Costituzionale, la possibilità di istituire commissioni di inchiesta, maggiori competenze alle Regioni così come da loro richiesto in una prospettiva di reale bilanciamento federale. Grazie alle nostre modifiche – concludono i senatori del Pd – il nuovo Senato avrebbe potere su tutte le materie di rilievo per l’autonomia regionale e comunale e la possibilità di presentare emendamenti su tutte le altre materie che potranno, però, essere superati dalla Camera dei deputati a maggioranza assoluta’.