‘E’ inaccettabile per i pazienti e per i loro familiari che non ci sia chiarezza giuridica sulle cure a base di cellule staminali e che il loro destino sia affidato alla sentenza di un tribunale che consente o nega l’accesso a questo tipo di cure’. Lo affermano in una interrogazione urgente rivolta al ministro della Salute Balduzzi, le senatrici del Pd Giuseppina Maturani, prima firmataria, Leana Pignedoli e Maria Teresa Bertuzzi.
Le senatrici, nel documento che ripercorre il lungo percorso di questa dolorosa vicenda ricordano che: ‘Oltre ai casi più noti di Sofia e di Celeste ci sono i casi di oltre cinquecento persone affette da gravi malattie neurodegenerative che attendono di essere curate. Ognuna di queste persone dovrà fare ricorso per via giudiziaria per vedere riconosciuto il diritto ad essere curata nonché il diritto – in quanto si tratta di pazienti affetti da una patologia incurabile – di tentare, in accordo con il proprio medico curante e con il benestare del Comitato etico della struttura ospedaliera individuata per il trattamento, anche terapie non ancora previste dal sistema sanitario. Il Ministro Balduzzi ha annunciato un decreto che modifica le regole sull’uso di medicinali personalizzati, non ancora autorizzati, prescritti caso per caso’.
Alla luce di quanto descritto, le senatrici del Pd chiedono al Ministro: ‘Quali urgenti iniziative intenda adottare, nell’ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle prerogative attribuite alle regioni in materia sanitaria dalla normativa vigente, per fare finalmente chiarezza sull’uso di medicinali personalizzati, non ancora autorizzati, e per dare risposte concrete a quelle persone che, non potendo ricorrere in modo utile ad alcuna cura farmacologica autorizzata, sono di fatto private della possibilità di esercitare il loro diritto alla salute, costituzionalmente sancito, nell’utilizzo di trattamento terapeutici concordati con i responsabili sanitari per i quali è stato prestato uno specifico consenso informato e che rappresentano l’unica speranza di vita’.