“Non vince Meloni, nemmeno Salvini,
figurarsi; non vince neppure Tajani. Non la loro impossibile,
anzi improbabile novita’, pure tanto strombazzata ma il loro
massimo comune denominatore, quello di Berlusconi, della sua
diuturna battaglia contro la magistratura, un superiorem non
recognoscens nel quale giocava l’insofferenza verso limiti e
bilanciamenti che oggi scorgiamo in questo vostro provvedimento
sulla separazione delle carriere, che non ha nulla, ma proprio
nulla delle garanzie, ma molto della nostalgia di quando c’era
Lui”. Lo ha detto il senatore Dem, Filippo Sensi, in un
passaggio del suo intervento in Aula sulla separazione delle
carriere dei magistrati. “Sorprende, devo dire, che la Lega
ormai terza forza di maggioranza e orfana della autonomia, ma
anche Fratelli, con la premier si’, ma tuttora senza premierato,
lascino iscrivere nel segno del berlusconismo l’unico risultato
possibile di una legislatura che, nelle intenzioni voleva essere
costituente e che, invece, al netto di qualche nuovo, torvo
reato e del rollover dell’eterno cuneo fiscale, non lascera’ –
meglio eh – traccia alcuna nella vita minuta e concreta delle
persone, se non questo tardivo omaggio a Berlusconi, perche’ di
questo, e solo di questo, stiamo parlando qui oggi. A Silvio.
Non leopardiano, ma, mi consenta, gattopardesco.”, ha aggiunto.