“Poche ore fa, nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina è stato liberato Oleksiy Bura, uno dei difensori di Azovstal, le Termopili di Mariupol. Catturato, portato in Russia, processato per direttissima e condannato all’ergastolo solo per avere difeso la sua città, Oleksiy – in carcere da due anni – è gravemente malato. Sua moglie Vialetta, una studentessa di 23 anni, la scorsa estate è venuta proprio qui in Senato, assieme a altre tre donne, Alla, Tamara, Tetyana, madri e mogli di prigionieri di guerra, soldati condannati a pene a vita, detenuti nelle infernali carceri artiche, le stesse dove era rinchiuso ed è stato ucciso Alexei Navalny. Queste donne hanno fatto il giro del mondo per sensibilizzare parlamenti ed opinione pubblica sulle sorti dei loro congiunti, disperata speranza”. Lo ha detto in Aula il senatore Filippo Sensi (Pd). “Hanno incontrato anche il Papa – ha continuato Sensi – E voglio pensare che, proprio questa intercessione – la scorsa settimana il cardinale Matteo Zuppi è stato in Russia – sia stata preziosa perché finalmente, la scorsa notte Oleksiy ha potuto riabbracciare sua moglie. Credo che il sostegno risoluto, politico, economico, militare, del nostro Paese all’Ucraina, alla sua difesa della nostra democrazia e delle nostre libertà sia un dovere ineludibile e resistente, così come l’azione diplomatica ad ogni livello perché l’aggressione russa possa terminare ed essere respinta e uomini come Oleksiy possano tornare a casa”. ,


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