“Bene che il Partito Democratico non
partecipi a una manifestazione sbagliata”. A parlare e’ il
senatore dem Filippo Sensi, esponente della minoranza riformista
e sostenitore del piano di riarmo europeo contro il quale Avs e
M5s, assieme a una rete di associazioni, scendono in piazza
sabato 21 giugno. Una manifestazione a cui il Pd non ha aderito
ufficialmente, lasciando ai singoli esponenti la liberta’ di
decidere se partecipare o meno. “Colgo positivamente il fatto
che il Nazareno non aderisca. Chi vuole, puo’ partecipare. E ci
mancherebbe”, osserva Sensi: “Alcuni del Pd andranno per una
scelta personalissima, ma mi pare importante che il Pd in quanto
partito non ci sia perche’ quella su cui si sfila sabato non
puo’ essere la piattaforma dentro la quale sta il Pd. Rispetto
le sigle che vi partecipano, ma le parole d’ordine che animano
la piazza sono un tanto al chilo, usate per forzare e
brutalizzare oltre che mistificare il tema della difesa europea.
Manifestare contro la Nato mentre la Russia aggredisce un paese
sovrano e l’Europa stessa non e’ giusto, non e’ saggio, non e’
accettabile”, sottolinea ancora il senatore. “Mi pare, anzi, che
si voglia utilizzare la parola Pace come arma contro i valori di
liberta’, democrazia e pace che sono i valori europei”. Quali
sono le priorita’ su cui mobilitare il partito, quindi? “Noi
siamo impegnati contro l’escalation tra Israele e il regime
teocratico dell’Iran; siamo impegnati al fianco dell’Ucraina
contro l’aggressione quotidiana della Russia che ogni giorno
martella quello che e’ un Paese europeo; siamo impegnati per il
cessate il fuoco urgente a Gaza. Priorita’, questa, condivisa da
tutti noi come dimostrano le manifestazioni che abbiamo alle
spalle. E’ irresponsabile mettere tutto sullo stesso piano,
mettere sullo stesso banco degli imputati tutto e il contrario
di tutto”. A questo si aggiunge una linea che il Pd ha votato
mesi fa con il voto sul ReArm Eu e che sembra confermata dal
voto di ieri all’Europarlamento: “Il Pd ha votato ieri il
documento sul Pnrr” che mira a spostare oltre il 2026 la
deadline per presentare i progetti da realizzare con quei fondi
e che “contiene anche passaggi che riguardano la difesa europea
da fare con strumenti e mezzi, penso ad esempio agli Eurobond,
con un approccio comunitario. E noi andiamo a manifestare contro
il riarmo? Oggi a bilancio ci sono 150 miliardi di fondi comuni,
non di singoli stati. Non c’e’ altro. Solo un timidissimo sforzo
nella difesa europea mentre il mondo e’ in fiamme. Dunque,
liberissimi tutti di manifestare. Io non andro’ a una
manifestazione irresponsabile e mistificatrice del momento che
stiamo vivendo”, conclude Sensi.


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