“Il nostro sistema delle agenzie di stampa, le fonti primarie dell’informazione, è scivolato in basso nelle classifiche internazionali, il peggiore nell’Europa occidentale, e non certo per l’attività dei giornalisti ma per le scelte di questo governo, a partire dalla cosiddetta ‘legge bavaglio’, che rende più difficile a chi fa informazione fare il proprio lavoro”. Lo ha detto in aula replicando al sottosegretario per l’Editoria Barachini, il senatore del PD Filippo Sensi, che ha aggiunto: “In questo scenario, la situazione della Dire è emblematica per tutte le agenzie di stampa, molti suoi giornalisti si sono ritrovati a vivere e lavorare senza stipendio per molti mesi, situazione che oggi è stata tamponata, ma il loro futuro è legato alla definizione dell’accordo con l’agenzia delle entrate per ripristinare la convenzione col Dipartimento Editoria”.
“C’è però – nota Sensi – una questione di sistema. Una decina di anni fa, per cercare di razionalizzare e rendere più chiaro il settore delle agenzie di stampa si è fatta una riforma che, seppure contestata, garantisce il funzionamento minimo del sistema. Ma si annunciano nuovi piani di crisi, con uscite e con la conseguente spoliazione delle redazioni locali e la ulteriore precarizzazione del lavoro dei giornalisti”.
“Il problema riguarda dunque la possibilità di fare buona informazione, in un Paese nel quale la libertà di stampa si fa ogni giorno più diafana e affaticata, dove un direttore viene spiato non si sa da chi e dove le conferenze stampa della premier si contano purtroppo sulle dita di una mano. Le querele mettono sotto schiaffo i giornalisti sottopagati. Senza una forte informazione la democrazia muore”, ha concluso Sensi.