“Tra i pochissimi strumenti che sono rimasti alla Commissione Affari Europei, la legge di Delegazione, tardi e male, forse è rimasto addirittura l’ultimo, visto che gli altri sono stati uno ad uno spazzati via da questo governo, con il solito disprezzo nei confronti del Parlamento e dei suoi organismi. Tuttavia questa legge si pone sulla stessa linea delle cosiddette riforme alla base dello scambio politico tra le tre forze principali di maggioranza, rendendo bene l’idea del “riguardo” nel quale viene tenuta dalla attuale maggioranza di governo la Costituzione, il Parlamento, l’impianto intero del nostro sistema democratico. In questo caso anche gli stessi senatori della destra sono stati invitati caldamente a ritirare i loro emendamenti vissuti come un insopportabile fastidio per il governo. Il governo vuole mani libere con una norma che, come tutti gli omnibus, contiene di tutto un po’: norme ambientali, di contabilità e vigilanza, sul lavoro. Avevamo azzardato un emendamento contro le querele temerarie, che tengono sotto scacco l’informazione. Respinto, come gli altri. D’altra parte, in un paese che tiene sotto controllo il telefono di un sacerdote o di un direttore di giornale – cosa ci potevamo aspettare? Data poi la situazione di crisi economica ci saremmo aspettati, un provvedimento, una iniziativa a favore delle nostre imprese e invece cosa abbiamo scoperto? Un ordine del giorno della Lega, volto ad allentare unilateralmente le sanzioni nei confronti di Russia e Bielorussia per l’esportazione di tubi e condotte di rame. Una impazienza a tornare a fare affari con Putin – rivelata, peraltro, candidamente dal ministro Pichetto che in una intervista sembrava non vedere l’ora di tornare a importare gas russo come ai tempi belli di Savoini. Questo mentre i russi stuprano, sterminano, sequestrano, imprigionano, torturano gli ucraini per i quali il governo colora di giallo e di azzurro la facciata, ecco appunto, la facciata di Palazzo Chigi. E’ una cosa che addolora profondamente e ci dice molto di quello che ci aspetta, delle giravolte, della incoerenza, dell’opportunismo. Di un europeismo à la carte”. Così il senatore del Pd Filippo Sensi nel corso del suo intervento nell’aula di palazzo Madama sulla legge di Delegazione europea.
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