CON L`APPROVAZIONE A STRETTA MAGGIORANZA DELLA RELAZIONE HONEYBALL, IL PARLAMENTO EUROPEO HA DI FATTO INIZIATO UNA CROCIATA CONTRO LA PROSTITUZIONE PERCHÉ, COME HA SOTTOLINEATO SILVIA COSTA SU QUESTO GIORNALE, «la prostituzione e lo sfruttamento sessuale, che coinvolgono soprattutto donne e ragazze, sono una violazione della dignità umana e perpetuano l`idea che i corpi femminili siano in vendita».
Al contrario, io credo che questo del Parlamento europeo sia un atto gravissimo perché mette sullo stesso piano, senza l`indispensabile differenziazione, lo sfruttamento e la libera scelta e porta con un sé un messaggio chiaro e pericoloso: la prostituzione è un male assoluto e va combattuta, anche se viene liberamente scelta. Ancora una volta le donne vengono reputate solo vittime, non in grado di pensare e di scegliere, e il corpo e la sessualità non vengono considerati come fattori di scelte soggettive, ma quali oggetti e comportamenti da normare e addirittura da vietare. Insomma, ciò che per qualcuno è immorale diventa anche illegale. L`approvazione della Relazione, tra l`altro, fotografa una spaccatura: soli 343 voti favorevoli, cioè meno della metà degli aventi diritto, 139 voti contrari, 105 astenuti, mentre ben 163 parlamentari europei non hanno partecipato al voto.
Partendo dal presupposto che la tratta e lo sfruttamento delle donne, così come la prostituzione minorile, vadano assolutamente prevenuti, perseguiti e repressi, ritengo che vietare a persone adulte, nel pieno delle proprie facoltà, di offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro sia un atto paternalistico e autoritario e indichi un`intrusione intollerabile dello Stato in questioni che attengono alla sfera privata. È il caso di sottolineare che i «sex worker», in Italia come ormai nel resto del mondo, non sono solo donne, ma anche uomini e transessuali. In Italia si parla di 70mila prostitute/i con un giro di 9 milioni di clienti. Non si tratta quindi questione attinente alla «dignità della donna», ma di un fenomeno che, nelle more della deregulation ipocrita per cui prostituirsi non è reato ma anche un passaggio in taxi può essere favoreggiamento, proliferano 60 cartelli malavitosi.
Confondere la tratta e lo sfruttamento con il «sex working» autodeterminato di fatto ostacola anche la repressione dei reati perché favorisce la clandestinità. Mentre è totalmente da dimostrare la correlazione, fatta dal documento Honeyball, tra legalizzazione della prostituzione e aumento della violenza contro le donne.
Proprio a partire da questa distinzione fondamentale, ho presentato un disegno di legge che regolamenta il fenomeno. La proposta aggiorna la sacrosanta legge Merlin che ha liberato le donne dalle case chiuse, inasprisce le pene per i reati di sfruttamento e di tratta, promuove il sostegno a chi vuole uscire dal «giro», ma consente a tutti coloro che scelgono di prostituirsi di accedere a diritti e doveri, quali l`iscrizione alla Camera di Commercio, il pagamento delle tasse e l`accesso alla pensione, l`uso obbligatorio del profilattico, la possibilità di affittare un appartamento per lavorare e di mettersi in cooperativa. Anche questa si chiama autodeterminazione e le donne sono chiamate a difenderla.

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