I senatori Maria Spilabotte e Francesco Scalia hanno presentato una interrogazione al Ministro dell’Istruzione alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione sull’uscita da scuola per i minori di 14 anni, e in particolare a chi appartenga la responsabilità di quello che succede loro fra genitori, docenti o dirigenti scolastici. L’interrogazione è stata sollecitata dal consigliere regionale Marino Fardelli, a sua volta sollecitato da una nutrita rappresentanza di genitori delle scuole di Cassino. Spiegano i senatori Spilabotte e Scalia: “L’interrogazione evidenzia che a seguito della recente sentenza 21593 del 19 settembre 2017 della Cassazione si è creata una situazione estremamente incerta e delicata sulla custodia degli alunni minori anche al di fuori degli edifici e dopo la conclusione delle attività didattiche, in quanto il personale scolastico ha l’obbligo di vigilare sugli alunni fino alla consegna nelle mani dei genitori o sugli scuolabus. Questo obbligo di vigilanza scatena un corto circuito di responsabilità: il docente dell’ultima ora è tenuto ad accompagnare l’alunno fino all’uscita e, qualora non ci siano persone individuate per la consegna del minore, lo deve trattenere; deve rintracciare i genitori e invitarli a ritirare il figlio; se il genitore non è rintracciabile, la scuola deve avvisare i vigili urbani o i carabinieri per rintracciare i genitori; nel caso in cui sia impossibile contattare i genitori, la scuola consegna l’alunno agli stessi vigili perché venga trasportato presso la casa dei genitori o parenti delegati dai genitori. Mettere in atto quanto sopra richiede, da parte dell’istituzione scolastica, un’elevata quantità di risorse, inoltre non si tiene in considerazione la volontà dei genitori nel far percorrere il tragitto casa-scuola in autonomia. La situazione è incerta e quasi paradossale, nelle quale alcuni istituti scolastici sono stati chiamati a rispondere per fatti accaduti al di fuori degli edifici scolastici a minori che erano usciti senza essere prelevati da familiari adulti, mentre in altri casi alcuni genitori hanno denunciato le scuole per il reato di sequestro di persona, in quanto non avevano consentito l’uscita autonoma dei figli minori al termine delle lezioni. Per questo nell’interrogazione abbiamo chiesto al Ministro un intervento per sollecitare un superamento dell’attuale incertezza normativa, cercando il giusto equilibrio tra le responsabilità della scuola e quelle dei genitori, senza costringere per forza un ragazzo di terza media a farsi venire a prendere a scuola”.
Pubblicato il
in Interrogazioni, Istruzione pubblica, Beni culturali